Il consigliere regionale di Io resto in Calabria chiede di accertare le responsabilità dei ritardati soccorsi e di prevedere l’attivazione di un Piano di riqualificazioni e di ristori
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Si sarebbe potuto evitare il disastro ambientale derivante dagli incendi che hanno martoriato la montagna calabrese, e nello specifico l’Aspromonte? Se lo domanda il consigliere regionale di Io resto in Calabria, Marcello Anastasi, attraverso una interrogazione a risposta scritta rivolta al presidente facente funzioni Nino Spirlì.
Anastasi fa una dettagliata ricostruzione dei fatti sottolineando come secondo le prime ricostruzioni, il fuoco sarebbe inizialmente divampato nell’area grecanica, in vari punti tra Bagaladi e altri comuni limitrofi, più o meno nello stesso orario mentre sul monte Zomaro di Cittanova, secondo alcune testimonianze, nelle stesse aree già in passato interessate da incendi. Aggiungendo che nella stragrande maggioranza dei casi, non è stato possibile garantire alcun soccorso antincendio per via della mancanza di uomini e mezzi. che in alcuni contesti risultavano irraggiungibili telefonicamente anche per mancanza di copertura di rete. Situazione, questa che ha contribuito all’aggravarsi dei danni subiti per il fuoco e per la mancanza di soccorso nel territorio reggino, nel quale non pochi abitanti hanno assistito impotenti allo spettacolo drammaticamente pietoso della perdita delle loro proprietà agricole, dei loro animali, delle loro aziende e perfino di alcuni loro familiari.
«Molti testimoni – soggetti danneggiati dai roghi - riferiscono di aver visto l’arrivo di aerei antincendio o altro solo molto dopo il divampare dei roghi che hanno distrutto parte del patrimonio boschivo essendo costretti nella prima fase, a combattere da soli contro il fuoco con mezzi inadeguati, tentando di salvare come possibile quanto di loro proprietà senza poter usufruire dell’intervento delle forze d’emergenza della Regione preposte alla tutela e salvaguardia del territorio».
Le responsabilità
In tal senso Anastasi chiede al presidente f.f. Spirlì «di accertare se ben altro fosse stato possibile fare per evitare quanto accaduto e se si sia convinti, dimostrandone la veridicità dei fatti, che tutte le parti direttamente interessate alle attività di prevenzione e di soccorso antincendio si siano effettivamente attivate secondo i tempi previsti e se abbiano opportunamente operato con la professionalità dovuta al fine di poter contenere i danni subiti dal territorio, dai suoi abitanti e dai centri abitati nonostante l’asserito dispiegamento massiccio di uomini e mezzi».
Il consigliere regionale poi chiede di accertare se sia stata per tempo effettuata una concreta ricognizione del numero dei Vigili del Fuoco, e dei volontari della Protezione Civile abilitati alle attività di spegnimento degli incendi, del numero dei mezzi a loro disposizione e della loro piena efficienza operativa al fine di poter fronteggiare adeguatamente le problematiche che si sono verificate, per contenerne in minor tempo l’entità dei danni subiti dal territorio e dai suoi abitanti atteso che tanti agricoltori e allevatori si sono trovati da soli, non soltanto nella fase drammatica dello spegnimento degli incendi, ma anche nella successiva fase della bonifica del suolo e che, purtroppo, alcuni di loro sono morti.
Anastasi nel chiedere di conoscere l’esatto numero di veicoli antincendio realmente efficienti e/o utilizzati e attualmente disponibili nel parco veicoli delle varie strutture esistenti (Protezione civile, Calabria verde, etc…) domanda anche di conoscere le ragioni per le quali in una regione con le caratteristiche geo orografiche che contraddistinguono la Calabria, il parco dei velivoli antincendio del tipo Canadair sia assolutamente insufficiente e per quale ragione nulla è stato finora fatto per dotare la Regione Calabria di una propria struttura aerea antincendio.
La riqualificazione
Dopo il disastro Anastasi sposta l’attenzione sulla “ricostruzione”, incalzando il presidente Spirlì sull’avvio di procedure trasparenti allo scopo di varare un progetto complessivo di riqualificazione ambientale che salvaguardi l’eventuale mutamento significativo del paesaggio, l’habitat di specie animali protette e di piante autoctone presenti nei vari contesti che per resilienza hanno la capacità di potersi rigenerare da sole nonostante abbiano subito danni dal fuoco degli incendi di questi giorni evitandone quindi il loro taglio.
In più chiede un progetto di intervento immediato di riqualificazione ambientale (che assicuri la biodiversità nella fase di ripiantumazione) e di prevenzione per eventuali danni ulteriori che potrebbero verificarsi a seguito di fenomeni atmosferici temporaleschi che andrebbero a favorire oggi con maggiore facilità il fenomeno del dissesto idrogeologico.
Infine, occorre, per Anastasi, un piano di sorveglianza h24 delle aree boschive anche con soluzioni tecnologiche, senza dimenticare di prevedere un piano di ristori per i danneggiati degli incendi e di risarcimenti per coloro che hanno subito perdite di vite umane. Il tutto senza prescindere dalla necessità di un piano di emergenza che garantisca la presenza di più uomini e mezzi, una flotta aerea antiincendio con basi operative dislocate in tutte le province della Regione Calabria.