In casa Pd è tempo delle more. Non le bacche, ma i debiti. Esasperati da un futuro sempre più incerto, alcuni dipendenti del Nazzareno (171 quelli rimasti), hanno fatto filtrare all’esterno indiscrezioni sulle grane contabili che pesano sugli affaticati bilanci democrat. Fiatone contabile determinato anche dalla mancata contribuzione dei parlamentari, che – a quanto pare – non verserebbero con regolarità i 1.500 euro mensili che a norma di regolamento dovrebbero devolvere al partito. Ne dà notizia il Corriere della Sera, che fa anche alcuni nomi.

 

E tra questi spiccano quelli del senatore Ernesto Magorno, segretario uscente del Pd Calabria, e della deputata Enza Bruno Bossio. «Nella lista dei morosi (8-10 mila euro a testa)  - si legge sul Corriere.it -  ci sono nomi importanti: il capogruppo alla Camera Graziano Delrio, con colleghi come l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, Antonello Giacomelli, Enza Bruno Bossio, Maria Chiara Gadda, Chiara Gribaudo. Mentre tra i senatori risultano: Matteo Richetti, braccio destro dell’aspirante segretario Maurizio Martina; poi Ernesto Magorno, Daniele Manca, Franco Mirabelli». L’ammanco ammonterebbe complessivamente a 460mila euro. Una situazione che ha spinto il tesoriere Francesco Bonifazi a inviare una lunga lettera a Delrio, al capogruppo al Senato Andrea Marcucci e al presidente del partito Matteo Orfini: «Vi scrivo, perché si è venuta a creare una situazione incresciosa, ingiustificabile, per cui devo trovare una soluzione e dunque vi chiedo aiuto - riferisce il quotidiano milanese -. Se sul fronte del 2 per mille siamo di gran lunga il miglior partito, con una quota del 52% delle opzioni effettuate, sul fronte delle contribuzioni dei nostri colleghi raggiungiamo risultati che con un eufemismo definirei grotteschi».