“Non è certo un’intuizione del centrosinistra l’idea di promuovere nei Paesi da cui sono continuamente in fuga migliaia di migranti, condizioni minime di dignità e opportunità di sviluppo socio-economico, ma è un progetto totalmente ascrivibile al presidente Silvio Berlusconi, fautore all’epoca di una strategia saggia e lungimirante con la quale fece acquisire all’Italia, anche su questo piano, credibilità e autorevolezza sulla scena internazionale”.

 

E’ quanto dichiara il capogruppo regionale di Forza Italia, Alessandro Nicolò che aggiunge: “Le misure suggerite allora dal presidente Berlusconi sono state fatte proprie da Renzi che ha barattato con l’Europa apertura ed accoglienza in cambio di qualche punto minimo in più di flessibilità sul rapporto deficit/pil, risorse poi trasferite su altri segmenti secondo logiche riconducibili ai vecchi schemi della politica clientelare”.

 

Il peso dell’emergenza immigrazione

“L’Italia è sempre più in affanno dinanzi ad un’Europa matrigna dove prevale l’asse franco-tedesco e dove l’unità è solo monetaria mentre il sogno di coesione politica ed economica non si è mai pienamente avverato. Ogni Paese dell’Unione si autodetermina addossando – continua Alessandro Nicolò - il peso dell’emergenza sulle realtà geograficamente più prossime ed esposte, in primis l’Italia, ad un esodo che non si arresta. E se non bastasse, anche a Tallinn, il nostro Paese si è visto rifilare un secco no sull’apertura di nuovi porti in Europa, facendo emergere così la fragilità politica dell’Italia nello scacchiere europeo”.

 

Lo ius soli

“Altra scelta inopportuna la volontà d’introdurre lo ‘ius soli’, - sottolinea il capogruppo FI - norma che sebbene non riguardi i clandestini, costituirebbe una ulteriore pressione sui flussi migratori, aprendo scenari che rischiano di lacerare il Paese. Anche qui, l’ennesima prova della miopia della sinistra, o meglio, la consapevolezza di volere ad ogni costo costruire consensi in modo selvaggio”.

“Dall’inizio dell’anno, secondo stime dell’Agenzia Onu, sono state salvate quasi 50mila persone; più di un migliaio risultano, invece, disperse o morte prima di raggiungere il continente europeo. L’Italia, dunque, è in piena emergenza – rimarca l’esponente politico - e pur vantando un’innata vocazione all’ospitalità, oggi non è più in grado di accogliere per ragioni strutturali e per le sue stesse condizioni di fragilità socio-economica”.

 

Gli scenari dell’immigrazione

 

“Una visione lungimirante sulla stabilità del Mediterraneo rende impellente la necessità di adoperarsi con misure immediate, per come egregiamente fece il Governo Berlusconi – evidenzia il vicecoordinatore regionale FI - pensando ad un nuovo piano Marshall finalizzato alla ricostruzione politica, economica e sociale dell’Europa; alla presenza obbligatoria a bordo su ogni nave Ong di uomini delle Forze dell’Ordine (pena divieto di attracco) e alla revisione immediata delle posizioni dei migranti, mantenendo solo quanti siano realmente rifugiati provenienti da zone di guerra”.

 

“Se non si ferma l’esodo alla partenza, non c’è altra soluzione praticabile. Il Governo di centrodestra era riuscito nell’intento grazie ad accordi bilaterali con i governi della sponda sud del Mediterraneo. Poi arrivarono le ‘primavere arabe’, favorite dal cinismo o dalla miopia di alcuni Paesi occidentali come Francia e Gran Bretagna e fu il disastro: quasi 700.000 persone dal 2011 si rovesciarono sulle nostre coste. Ora ‘i nodi stanno venendo al pettine’. Con zero risultati a Tallinn e rimpatri col contagocce, la situazione è al collasso ed il centrosinistra che per anni ha fatto demagogia, assumendo atteggiamenti ballerini sull’onda dell’emotività collettiva, tutto ad un tratto, inspiegabilmente, fa retromarcia e si allinea alle posizioni di Forza Italia. L’emergenza del nostro Paese è amplificata in Calabria, regione che il Governo nazionale intende trasformare in un mega hotspot per i migranti dinanzi ad una Giunta regionale e ad un presidente da cui ci saremmo aspettati al contrario un sussulto ed una netta presa di posizione. Pur consapevoli che in merito la Regione non ha competenze, – conclude Alessandro Nicolò - abbiamo riscontrato ancora una volta un ‘assordante’ silenzio da parte di chi avrebbe dovuto invece affrontare con fermezza la questione assumendo determinazioni forti e chiare nei confronti del Governo nazionale”.