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Il Vicepresidente della Giunta ed Assessore regionale al Personale prof. Antonio Viscomi ha incontrato oggi le organizzazioni sindacali per condividere le linee fondamentali di riorganizzazione degli uffici burocratici. Pochi e chiari i principi guida: introduzione della qualifica unica dirigenziale, articolata, al suo interno, per posizioni economiche; accorpamento e riduzione delle strutture dirigenziali; riduzione della spesa per il personale; rafforzamento dei sistemi indipendenti di valutazione affiancati da strumenti continui di rilevazione della soddisfazione dell’utenza. Per comprendere l’effettivo valore delle innovazioni proposte - informa
una nota dell'Ufficio stampa della Giunta - occorre ricordare che il sistema burocratico, come è oggi configurato, ha carattere piramidale: al vertice c’è il direttore generale, poi il dirigente di settore, a seguire il dirigente di servizio e poi tutta una pletora di funzionari con incarichi di responsabilità variamente denominati. E’ evidente che l’effetto primo di una catena gerarchica così lunga è che, arrivati ad un certo punto, si rischia di non capire più chi è responsabile di cosa, aumentando a dismisura l’eventualità che una qualunque procedura si blocchi in uno dei tanti anelli della catena. Oltretutto, nel sistema attuale, il dirigente di servizio non è generalmente titolare di autonomi poteri di spesa sì che la Regione Calabria paga dirigenti che, in definitiva, non possono mettere a disposizione tutte le loro energie professionali. Da qui, dunque, la duplice esigenza: di ridurre la catena di comando al fine di assicurare una precisa ed immediata individuazione di competenze e di responsabilità e di valorizzare, al contempo, tutte le potenzialità insite nella dirigenza regionale (130 unità, di cui 20 con meno di 40 anni, 41 con età compresa tra 40 e 50 anni, 29 con più di 60 anni, di questi 15 unità sono in età pensionabile tra il 2015 e il 2018). Lo strumento per conseguire questi risultati è, appunto, l’introduzione della qualifica unica dirigenziale, peraltro già da tempo prevista nella legge regionale, che consente di organizzare la struttura dipartimentale per singoli centri di competenza e di spesa: in questo modo, cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche sapranno immediatamente chi è il loro interlocutore diretto e avranno modo di controllare costantemente i tempi di risposta della burocrazia regionale. Sull’introduzione della qualifica unica dirigenziale è stato raggiunto l’unanime accordo con le organizzazioni sindacali. Egualmente unanime è stato l’accordo sulla introduzione di pochi livelli di posizione economica, il cui valore sarà successivamente quantificato sulla base di una attenta analisi dei costi anche al fine di ridurre il costo complessivo del personale. Il processo di riorganizzazione continuerà nei prossimi giorni con la ridefinizione strutturale dei singoli dipartimenti. In verità, già ora ogni dipartimento ha provveduto a definire una prima ipotesi di lavoro: nei prossimi giorni, le singoli ipotesi saranno sottoposte ad una valutazione al fine di assicurare omogeneità nelle scelte organizzative, di evitare asimmetrie e sbilanciamenti nell’attribuzione delle competenze e delle risorse alle singole strutture dirigenziali. Insomma, dare risposte tempestive ai cittadini e avere chiarezza su chi fa (o non fa) le cose: questi gli obiettivi della Giunta regionale.
Nel corso dell’incontro, il Vicepresidente ed i sindacati hanno affrontato anche altri temi: la questione del personale proveniente dalla province, l’urgenza di una formazione effettiva, permanente e certificata (anche e forse soprattutto in relazione alla gestione delle procedure comunitarie), le problematiche connesse all’attuazione del piano anticorruzione, le criticità derivanti dalla relazione ispettiva del MEF e che riguardano tanto i dirigenti quanto il personale dei livelli, le incertezze sui tempi della contrattazione decentrata e sull’erogazione dell’indennità di risultato, la necessità di assicurare regole omogenee di gestione del personale. Su quest’ultimo punto, il Vicepresidente ha informato le organizzazioni sindacali di aver richiesto al Dipartimento Organizzazione, risorse umani e controlli la predisposizione di un manuale aziendale di gestione del personale, al fine di assicurare la conoscenza e l’applicazione omogenea delle regole, stratificate nel tempo, che governano la prestazione di lavoro, auspicando che anche il Consiglio regionale provveda al più presto a realizzare un testo unico che ponga ordine in un sistema legislativo non sempre chiaro, anche al fine di ridurre i livelli del contenzioso in materia, che ormai non sono più sostenibili. Per quanto riguarda la contrattazione decentrata, il Vicepresidente ha chiesto formalmente al Dipartimento un dossier sull’intera materia stabilendo un incontro fra due settimane per verificare lo stato dell’arte, le criticità e le possibili soluzioni, anche al fine di assicurare che le attività propedeutiche alla contrattazione per l’anno 2016 (in particolare: la costituzione del fondo) sia definite in tempo utile. Analogamente, entro il mese di gennaio 2016 dovrà essere definito il piano della performace, sulla base degli obiettivi strategici che saranno rimodulati subito dopo l’approvazione formale del POR e dunque entro il mese di dicembre 2015. Anche da questo punto di vista, l’obiettivo della Giunta è di avere finalmente una regione normale, semplicemente in grado di rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente. Per questo, riformare l’organizzazione costituisce la vera sfida che la Regione ha davanti; una sfida che riguarda non solo la politica o i sindacati ma semmai la stessa burocrazia, chiamata a riscoprire l’orgoglio di essere al servizio dei cittadini e a confrontarsi con le esperienze più avanzate, sapendo che dall’impegno quotidiano di dirigenti e personale del comparto, dalla loro capacità di farsi carico dei problemi e di trovare soluzioni adeguate, dipende il futuro stesso della Calabria.