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Un vangelo amministrativo. Così Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco di Lamezia Terme, ha definito i passaggi chiave che contraddistingueranno la sua gestione della città qualora riuscisse ad afferrare la fascia tricolore. Tra i nodi imprescindibili l’azzeramento della burocrazia per coloro che intendano investire in città, il pagamento entro trenta o massimo sessanta giorni di coloro che eseguono lavori o prestano servizio per la pubblica amministrazione. E, ancora, messa on line di qualunque tipo di certificazione, con sostegno per i meno esperti, trasparenza in tutte le gare d’appalto, con particolare riferimento a quelle della Lamezia Multiservizi e del Comune. E poi limite di trenta giorni per il rilascio di qualunque tipo di autorizzazione, decurtazione dello stipendio per gli impiegati fannulloni, collegamento dei tre ex comuni di Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia, ricostruzione del welfare.
Ruberto è stato un fiume in piena e ha cercato di sgomberare il campo anche da tante ombre. A partire dall’abbandono del sostegno di Forza Italia, di cui non è sembrato eccessivamente preoccupato, accusando gli azzurri di avere sostenuto con inciuci l’amministrazione Speranza per due mandati. Fino poi al caso delle assunzioni a Calabria Etica. Il fatto che molti contratti siano stati sottoscritti a ridosso delle regionali dipenderebbe da motivazioni di ordine burocratico e non opportunistico ha spiegato, invitando poi a pensare a tutti coloro che verranno avvantaggiati con l’ultima approvazione del psc fatta proprio a bordo consiliatura . Non è forse anche questo voto di scambio, ha chiesto alla platea.
di Tiziana Bagnato