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Premettendo che ognuno dei soggetti coinvolti avrà modo di dimostrare la propria innocenza (e c’è davvero da augurarselo), è un certo modo di gestire la cosa pubblica e la competizione elettorale che lascia di stucco. Tutto sembra condizionato dai rapporti non trasparenti con esponenti presunti o organici alle cosche che sembrano delle vere e proprie macchine da voti. Tanto da condizionare, almeno secondo quanto scrivono gli inquirenti, ogni competizione elettorale, comprese le ormai logore primarie dei democrat.
Nell’ordinanza vengono descritte quelle del 2007, finite con la vittoria di Sandro Principe. Si legge nell’informativa: “L’importanza delle primarie era avvertita nell’ambito della criminalità organizzata, i cui maggiori esponenti si mostravano interessati all’esito delle stesse a causa di una cointeressenza o comunque di un ritorno economico nel caso in cui quel determinato candidato fosse riuscito a raccogliere le preferenze necessarie a ricoprire un ruolo di primo livello in seno al partito…”.
Addirittura esponenti della cosca Lanzino-Ruà, nel giorno della consultazione, si dimostrano interessati anche al dato relativo all’affluenza. Uno degli indagati dell’operazione di ieri, Francesco Patitucci passa la giornata a raccogliere informazioni sulla presenza di elettori ai seggi per poi concludere soddisfatto dopo aver saputo di una grande affluenza: “è buono però dai! Così ci sarà pane per tutti o no?”.
E l’interesse delle cosche crescerebbe in modo esponenziale al crescere dell’importanza della competizione elettorale. Abbastanza per chiedere alla politica cosa abbia fatto in questi anni per dotarsi di filtri adeguati per respingere questo tipo di condizionamenti che spesso sono latenti, ma che alla fine sono sulla bocca di tutti.
A tal proposito non può non venire in mente il 24 ottobre 2014, la celebre notte dei lunghi coltelli in casa Pd. Il momento in cui cioè furono cancellati dalle liste per le ultime regionali candidati che erano già in campagna elettorale. Tra gli altri finirino fuori Nino De Gaetano e Sandro Principe. Mentre qualcun altro come Nicola Adamo si era fatto da parte autonomamente qualche tempo prima. Coincidenze? Si sospettava già qualcosa? Certo che la coincidenza è davvero singolare.
In ogni caso il sistema Rende, nell’attesa che l’impianto investigativo si sottoponga alla verifica processuale, interroga un’intera classe dirigente e il partito che in questo momento è il più importante in Italia e in Europa. E rispolverare la “questione morale” sarebbe soltanto un palliativo. In gioco qui sembra essere la stessa agibilità democratica di una Regione e la legittimità della amministrazioni di tutti i livelli.
Riccardo Tripepi