VIDEO | Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, ospite di Link Speciale Elezioni in esclusiva LaC News24 e su LaC Play, parla della legge elettorale che porta il suo nome. «Al Senato si vota su base regionale e questo può scombinare i progetti di chi pensa di avere già vinto»
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Il suo profilo è più rassicurante, istituzionale e forse un po’ meno glamour dei suoi compagni di coalizione, Renzi, Boschi e Calenda, eppure nessuno come lui influenzerà le prossime elezioni e la nascita del nuovo governo. Senza saperlo pronunciamo il suo nome ogni giorno.
È Ettore Rosato, padre del Rosatellum, la legge elettorale che prima tutti hanno votato ma ora in molti rinnegano, con la quale voteremo il prossimo 25 settembre. Ospite di una puntata speciale di Link dagli studi di LaCapitale, Rosato ha cercato di spiegare, insieme a Paolo Bottero e Alessandro Russo, il meccanismo della sua creatura.
Come funziona la legge elettorale
Il Rosatellum prevede la formula mista: un terzo dei seggi viene attribuito con sistema maggioritario (in ogni collegio uninominale c’è un solo vincitore: quello che prende più voti), i restanti due terzi del Parlamento vengono attribuiti con il sistema proporzionale (nei collegi plurinominali i seggi vengono assegnati in proporzione ai voti presi da ciascun partito). «È il frutto del compromesso tra i partiti» spiega Rosato, parlando delle critiche che, in particolare in questa campagna elettorale, piovono sul Rosatellum «Non c’è mai stata una campagna elettorale in cui non ci si lamenta della legge elettorale. Eppure questa è stata la legge elettorale più votata nella storia della Repubblica. Si sono scelte delle regole, ora ognuno deve essere bravo a creare una squadra che possa vincere con quelle regole. Se non sei bravo a giocare a calcio non te la prendi certo con le regole del gioco, no?».
Come si vota
Mettendo la croce sul nome del candidato al collegio uninominale quel voto sarà diviso tra tutti i partiti della coalizione che sostiene quel nome.
Mettendo la croce sul simbolo del partito il voto va automaticamente anche al candidato sostenuto da quel partito. «La scelta più sensata è mettere una croce sul partito. Mettere una sola x per scheda, per non rischiare di farsi annullare il voto» è il consiglio del padre del Rosatellum.
Il voto disgiunto non è possibile. «È stata una scelta per garantire la governabilità» dice Rosato, che non condivide l’invito di Letta al voto utile. «Alla fine i due terzi del Parlamento sono scelti con il sistema proporzionale, cioè in proporzione ai voti presi da ciascun partito, quindi ognuno dovrebbe votare il partito in cui più si identifica, di cui condivide la proposta. Per questo oggi il voto utile non ha più senso».
Lo stesso sistema viene usato anche per il Senato, ma qui l’attribuzione dei seggi è su base regionale. «Quello che è scontato alla Camera può cambiare in Senato. I meccanismi qui sono molto complicati perché ci sono 4 senatori eletti all’estero, i senatori dell’Alto Adige e della Val d’Aosta. I senatori sono solo 200 e la ripartizione su base regionale può insidiare chi pensa di avere già vinto perché ha la maggioranza» dice ancora Rosato.
Rosato il politico
Spiegato il Rosatellum il vicepresidente della Camera non ha perso l’occasione di tirare qualche colpo da campagna elettorale per il suo Terzo Polo, la lista che ha unito Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda, e per punzecchiare gli avversari.
«Fratelli d’Italia si ritiene già vincitore, Meloni sta già pensando chi mettere a fare il ministro, il Partito Democratico sta già facendo l’analisi del voto per capire perché hanno perso, è già all’opposizione» ha detto Rosato «Destra e Sinistra sono simili, entrambe parlano alla pancia degli italiani. Da una parte per alimentare paure, dall’altra per alimentare speranze irrealizzabili, ma parlare alla pancia va bene solo per avere qualche voto in più, non per risolvere i problemi».
Il programma politico del Terzo Polo, basato sull’“Agenda Draghi” e sul ritorno del premier dimissionario, ha suscitato più di una perplessità negli avversari. Quali sono le loro proposte, oltre a far tornare Draghi al suo posto? Qual è la loro idea di Italia? Ettore Rosato risponde con i programmi degli altri partiti, fatti di costose promesse senza coperture economiche: «Cosa ha proposto la Destra? 27 miliardi li ha promessi Berlusconi, dicendo che darà mille euro di pensioni a tutti, senza dire, però, dove prenderà 27 miliardi. La Meloni ha promesso di raddoppiare l’assegno unico per i figli. Costa 10 miliardi. Dove li prende? Non ce lo ha spiegato. Salvini vuole abolire la Legge Fornero, senza neanche quantificare gli oneri. Questo è parlare alla pancia, non al cervello».
Il risultato di queste elezioni non è scritto, sostiene Rosato. C’è un elettorato moderato che eroderà sacche di voti a destra e a sinistra perché, dice il vicepresidente della Camera «non si riconosce più nella lotta ideologica tra fascisti e comunisti. È roba da secolo scorso».
Ma tra destra, sinistra, oltre al Terzo Polo moderato, c’è sempre un altro incomodo pesante, il Movimento 5 Stelle e la sua creatura, il Reddito di Cittadinanza, bersaglio preferito delle campagne elettorali di tutti (a parte il PD): «Non risolve il problema della povertà perché non arriva a tutti. La povertà non si risolve solo con un assegno, è molto più complessa. Ci vuole un assistente sociale vicino ad un povero, non l’Inps» ha detto Rosato prima di mettersi in fila sul sentiero del “non si trova più manodopera” «Il Reddito di Cittadinanza ha messo in testa alle persone che ci sono 2 modi per avere un reddito, una è il lavoro e l’altra è un assegno che ti arriva se non fai nulla. Non è questo il Paese che vogliamo costruire. Noi siamo quelli del Jobs Act».
La puntata integrale è in esclusiva su LaC Play.