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COSENZA – Diciamoci la verità: il ritiro dalle amministrative di Cosenza di Lucio Presta non sorprende i più acuti osservatori e addetti ai lavori. E' già una settimana che questa indiscrezione circola, tanto che sia lo stesso Presta nella conferenza stampa di sabato scorso, sia i vertici dell'Alleanza Civica, avevano sentito il bisogno di smentirla. Una indiscrezione circolata prima del malore che ha colpito Niccolò, il giovane rampollo del manager dello spettacolo. Questa circostanza, insieme alla mononucleosi che la settimana precedente aveva costretto ai box l'aspirante sindaco, ha aggravato una situazione già molto complessa e carica di tensione e nervosismo. L'ex ballerino aveva detto: «Non mi ritirerò mai». Ma i bene informati sapevano che nel Pd le fibrillazioni erano diventate incontrollabili e che nei tanti conciliaboli consumati dietro le quinte, più volte si era pensato di chiedere pubblicamente a Presta di fare un passo indietro. Le condizioni di salute del figlio sono state la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nei giorni scorsi, a Cosenza, Presta, in un pomeriggio piovoso, ha abbandonato il tavolo mentre era a colloquio con Magorno e con Incarnato, dopo avere appreso che Niccolò aveva perso i sensi ed era stato portato in ospedale. Un malore non meglio identificato, sufficiente però ad indurre Presta a precipitarsi nella Capitale con il primo volo disponibile. Senza fare più ritorno a Cosenza. Un'uscita di scena amara. Sancita peraltro dal solito, infelice, ennesimo comunicato stampa. Perché da un esperto di comunicazione come lui, ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso da queste poche, criptiche righe. Con queste parole si spalancano le porte per ogni tipo di divagazione, teoria, ipotesi. E che alimentano un dubbio: dietro questo suo ritiro potrebbero celarsi ragioni politiche e non familiari. E poi non è così che ci si comporta con chi ha investito tempo e risorse, con chi ci ha messo la faccia, con chi lo ha sostenuto strenuamente. Avrebbe dovuto, Lucio Presta, dire con chiarezza come stanno le cose, per sgombrare il campo da illazioni che adesso accompagneranno i prossimi giorni, carichi di veleno e tentativi di speculazione. Questo annuncio ha lasciato di sasso anche i suoi collaboratori. Ma c'è anche un'altra chiave di lettura. Secondo alcune indiscrezioni domani il Partito Democratico avrebbe ufficialmente proposto un cambio di direzione. Per dirla con franchezza, avrebbe ufficialmente scaricato Presta. Lui invece, con questo annuncio shock, ha anticipato tutti, forse imbeccato da Renzi e da Lotti. Si mormora infatti che questa mattina ci sarebbe stato un incontro riservatissimo tra il candidato sindaco, anzi l'ormai ex candidato sindaco, il premier e il sottosegretario. La verità, probabilmente, non la sapremo mai. Una cosa è certa: i vertici nostrani del partito escono da questa storia con le ossa rotte. Ma adesso non c'è tempo per le riflessioni. Manca una settimana o poco più alla presentazione delle liste e bisogna trovare una valida alternativa. Convergere su Paolini sembra più un'operazione da fantapolitica, ma in questo scenario, ogni epilogo potrebbe essere possibile. L'alternativa all'interno dello schieramento dell'Alleanza Civica ci sarebbe e risponde al nome di Giacomo Mancini che già nell'autunno scorso aveva tentato la sortita solitaria. Sarà questa una soluzione gradita anche agli altri rappresentanti della coalizione?
Salvatore Bruno