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Pd in braghe di tela ad appena 48 dall’assemblea regionale di Camigliatello. Era del resto ampiamente prevedibile. Quando si evita il dibattito nelle sedi deputate a svolgerlo, le contraddizioni esplodono nelle sedi istituzionali e nei momenti delle decisioni.
Ed allora in Consiglio regionale la maggioranza di centrosinistra si presenta nelle condizioni peggiori possibili e, solo per un mezzo miracolo da attribuire Giuseppe Graziano (consigliere della Casa delle Libertà), evita di dover chiudere anzitempo la seduta consiliare proprio mentre erano in votazione l’approvazione del Quadro territoriale paesaggistico e alcune modifiche alla Legge Urbanistica.
L’opposizione, tramite Fausto Orsomarso (An), aveva chiesto di rinviare la discussione a settembre, anche perché la stessa maggioranza aveva diversità di vedute su alcuni punti. Tanto da costringere il presidente Nicola Irto a sospendere la seduta per alcuni minuti.
La giunta, però, e l’assessore al ramo Franco Rossi in particolare, hanno insistito per avere l’approvazione immediata. In questo momento Francesco Cannizzaro (Casa delle Libertà) ha chiesto la verifica del numero legale, facendo esplodere le mille contraddizioni politiche che stanno funestando palazzo Campanella. Al momento della verifica non erano in Aula i contestatori Pd Ciconte e Guccione, mentre a salvare capra e cavoli, in mancanza del consueto apporto del Ncd, ci ha pensato Giuseppe Graziano. Che per ironia della sorte è compagno di partito di Cannizzaro.
Del resto la maggioranza aveva già traballato sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, per un importo di quasi 9 milioni, con uno scontro al vetriolo tra Guccione e Oliverio che si sono scontrati senza risparmiarsi colpi sulla decisione di inserire nelle poste anche i 377mila euro che il Tribunale di Catanzaro ha riconosciuto a Franco Zoccali, ex direttore generale della giunta Scopelliti. Ma il riconoscimento dei debiti fuori bilancio aveva destato parecchie perplessità anche in Ciconte (astenuto) e in Orlandino Greco (Oliverio presidente) che ha annunciato che non voterà più il riconoscimento dei debiti senza una maggiore regolamentazione della spesa. Soprattutto quella per le cause legali che – ha suggerito – potrebbero spesse essere transatte, evitando aggravi di spesa.
A completare la penosa giornata istituzionale, anche la decisione di non annunciare, né spiegare, né commentare in alcun modo la scelta del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino di autosospendersi dalla carica dopo il coinvolgimento nelle recenti inchieste giudiziarie condotte dalla Procura di Reggio Calabria.
Né sembrano in grado di addolcire la pillola i provvedimenti amministrativi approvati facilmente in coda alla seduta. Tra questi una variazione di bilancio, sulla quale ha relazionato l’autosospeso Giuseppe Aieta, e l’approvazione della proposta per l'indizione del referendum istitutivo che potrebbe determinare la fusione di cinque municipalità in una. Primo passo per la nascita del nuovo Comune di Villa Brutia, in provincia di Cosenza. I Comuni interessati sono quelli di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta. L'Aula ha anche delegato la giunta a fissare la data per il referendum. “Per tutti, quella di oggi è una data storica. E’ dal 1968, anno in cui è nata Lamezia Terme , che in Calabria non si compie un atto del genere” ha commentato il vice presidente della giunta Antonio Viscomi.
Sarà anche vero, ma di storica c’è anche la magra figura rimediata da un Pd incapace di fare sintesi e di risolvere le contraddizioni interne. Le pax di plastica non servono a nessuno e nemmeno gli unanimismi costruiti in maniera fasulla. Senza un cambio di passo e un ritorno immediato alla realtà, la giunta di Oliverio rischia di ballare di brutto nei prossimi mesi. Anche perché Ncd, che ieri ha votato contro al riconoscimento dei debiti fuori bilancio ed è uscita dall’Aula al momento della verifica del numero legale, sembra decisamente intenzionata a non fare più da stampella ai democrat.
Riccardo Tripepi