La questione sanità rischia adesso di sfuggire di mano e di fare implodere il Pd calabrese. La clamorosa idea del governatore Oliverio di incatenarsi a palazzo Chigi se non dovesse arrivare la fine del commissariamento entro fine mese continua a provocare incidenti istituzionali, uno dietro l’altro.

Il primo, e a più alto livello, è scoppiato con il ministro Beatrice Lorenzin che, ai microfoni del direttore di Lacnews24 Pasquale Motta, ha invitato Oliverio a rispettare le leggi e, quindi, indicato con chiarezza la strada che il governo vuole tenere.

 

Il secondo è arrivato in Consiglio regionale grazie allo zampino di Carlo Guccione che ha presentato in Aula un ordine del giorno per affrontare la discussione sul tema. La votazione sull’inserimento dell’odg ha provocato il pandemonio in Consiglio con i consiglieri di tutti gli schieramenti che hanno approfittato delle dichiarazioni di voto per provare ad avviare un dibattito sulla sanità.

 

Tanto da provocare la reazione veemente del governatore che ha chiesto al presidente Irto di far rispettare l’ordine del giorno. Non senza fatica e dovendo sospendere i lavori per qualche minuto, il presidente Irto è poi riuscito ad evitare il peggio lasciando che Oliverio rispondesse a grandi linee a Guccione per poi rinviare il dibattito vero e proprio sulla sanità ad una seduta ad hoc del Consiglio. Seduta che dovrebbe essere convocata prima della fine del mese e, dunque, prima della clamorosa protesta annunciata da Oliverio.

 

E’ chiaro, però, che a finire ancora una volta a pezzi è il Pd che si è presentato in Aula senza una linea comune. Guccione ha piazzato il colpo mettendo in difficoltà la linea del gruppo Pd guidato da Romeo e provocando tensione tra il presidente del Consiglio e lo stesso Oliverio. Il governatore ha infatti “richiamato” Irto a far rispettare il regolamento e a non consentire il dibattuto sulla sanità, ma di limitare la discussione all’ordine del giorno presentato da Guccione.

 

Un pasticcio di dimensioni colossali, insomma. Che continua ad alimentare tensioni in un Pd che sembra aver perso completamente la bussola proprio mentre ci si avvicina ad una complessa campagna elettorale.

 

L'ingresso di Gianluca Gallo: «Scusate il ritardo»

«Scusate il ritardo» ha dichiarato Gianluca Gallo che si è insediato ieri in Consiglio regionale al posto di Giuseppe Graziano. Gallo che ha ricordato la battaglia giudiziaria di Wanda Ferro e le tante “storture” avvenute nell’assegnazione dei seggi, ha annunciato la sua iscrizione al gruppo della Casa delle Libertà.

 

Con 6.527 voti, alle ultime consultazioni regionali, Gallo è il primo dei non eletti nella lista della Casa delle Libertà (circoscrizione Nord - Cosenza).

E’ alla seconda legislatura. In quella precedente (eletto nella circoscrizione di Cosenza per l’Udc), è stato dapprima presidente del Comitato regionale di controllo contabile, e successivamente, presidente della IV Commissione “Assetto ed utilizzazione del territorio, protezione dell'ambiente”. Nato a Roma il 22 novembre 1968, è avvocato, sposato e padre di due figli. Alla fine degli anni Ottanta, è stato tra gli animatori del Movimento giovanile democristiano, dove ha ricoperto incarichi a livello locale, provinciale e regionale che lo hanno poi portato, nel 1992, ad entrare nel Comitato regionale del partito. Scomparsa la Dc dal palcoscenico politico italiano, è rimasto tuttavia nel solco del cattolicesimo popolare tra le file del Cdu prima e, a seguito del processo di fusione col Ccd, dell’Udc, dopo. Nel 2008 è stato candidato al Parlamento con l’Udc.

Approvato l'assestamento di bilancio

Dopo l’ingresso di Gallo, il Consiglio ha approvato a maggioranza il rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2016, e la manovra di assestamento del bilancio di previsione della Regione per gli anni 2017/2019, nonchè il bilancio di previsione di Palazzo Campanella. Nella sua relazione, con riferimento al rendiconto generale, il presidente della seconda Commissione Giuseppe Aieta, ha sottolineato come «esso sia un documento contabile che mostra i risultati ottenuti da tutte le operazioni di gestione, un mezzo di cognizione che permette di conoscere in che modo e in che misura si sono realizzate le previsioni di bilancio, e consente di esprimere un giudizio sull’operato degli amministratori».

 

Complessivamente, i residui attivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2016 ammontano a 3 miliardi e 790 mila euro circa, mentre i residui passivi risultano a due miliardi e 719 mila euro. La situazione patrimoniale complessiva al 31 dicembre 2016 è stabilita in sette miliardi e 191 mln di euro.

 

La Manovra di assestamento al bilancio, invece, ammonta complessivamente a 153 milioni di euro. «La parte discrezionale – ha detto ancora Giuseppe Aieta – soggetta alle decisioni della Giunta, prima, e del Consiglio regionale, poi, ammonta però a soli 77 mln di euro, di cui 48 mln afferiscono a maggiori entrate riscosse ed accertate nel corso dell’esercizio 2017 e 29 mln di euro frutto di minori spese. La scelta effettuata dalla Giunta regionale è quella di destinare tali risorse in via prioritaria alla copertura di spese di carattere obbligatorio, che hanno riguardato in via principale: il fondo per la copertura della spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento (18 mln di euro); il fondo per la copertura degli oneri da contenzioso (8,2 mln di euro); il maggiore fabbisogno per le attività della forestazione (20 mln di euro); trasferimenti a Calabria Verde per il trattamento del personale dei presidi idraulici, Comunità montane, ed ex Arsac (3,9 mln di euro); i maggiori oneri derivanti dall’erogazione dei servizi socio-sanitari (10,1 mln di euro); la copertura del taglio del finanziamento nazionale sul trasporto pubblico locale (4 mln di euro); un finanziamento di 3,75 mln di euro per compensare le Province per i costi sostenuti per conto della Regione nella gestione delle funzioni trasferite; la copertura del fabbisogno necessario a coprire le competenze degli LSU-LPU (2,5 mln di euro); la quota non coperta nel bilancio 2017 per gli stipendi del personale precario di cui alla legge regionale n.15/2008 (900 mila euro); l’incremento dei capitoli destinati ad altri settori regionali di spesa che presentavano carenza di risorse in sede di bilancio iniziale di previsione (cultura, turismo, protezione civile, consorzi di bonifica e altro)».

 

Riccardo Tripepi