Roberto Calderoli sembra l’uomo del destino. Proprio il giorno in cui il Governo ha deciso di impugnare dinanzi la Corte costituzionale la legge omnibus e, in particolare, la norma della Regione Calabria che cancella la presenza delle centrali a biomasse nei parchi nazionali, lui è in Calabria per l’inaugurazione dell'anno accademico dell'istituto di Criminologia di Vibo Valentia.

Intendiamoci. Lui forse non l’avrebbe mai fatto se si considera che il motivo per cui il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnarla è che «talune disposizioni ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia da fonti rinnovabili e ambiente, violano l’articolo 117 della Costituzione».

Insomma un bel paradosso per il papà dell’autonomia differenziata, soprattutto se si considera che l’energia è fra le materie non Lep ovvero immediatamente “richiedibili” dalle Regioni.

Ma Calderoli a a Vibo ha preferito non affrontare l’argomento ed ha molto discusso di autonomia differenziata. «La non ammissione del quesito referendario da parte della Corte Costituzionale - ha detto il ministro per gli Affari Regionali - era un fatto prevedibile poiché il quesito dei proponenti era poco chiaro. Non ho mai inteso spaccare il Paese, anche perché ciò sarebbe un reato e, inoltre, neanche potrei dividere quello che attualmente è già diviso, viste tutte le diversità di cui si compone l'Italia. La mia riforma va in direzione opposta.  Il mio obiettivo è di far crescere tutto il Paese, da Nord a Sud - prosegue il ministro - e l'autonomia non é una bestemmia, ma è prevista dal titolo V della Costituzione italiana che riconosce e promuove le autonomie locali, fermi restando i principi intangibili».

Al di là delle previsioni della Costituzione, l’autonomia è in realtà necessaria e si impone «in virtù delle differenze  già presenti nel territorio italiano come caratteristiche proprie di ogni realtà. Finalità della riforma è quella di far funzionare meglio il Paese».

«Qualsiasi riforma spaventa sempre all'inizio, ma l'autonomia differenziata è una necessità perché ci sono realtà del Paese che non stanno bene e occorre portarle ai livelli delle zone dell'Italia che stanno meglio», ha ribadito in sintesi il Ministro Calderoli. «Voglio ricordare che la provincia di Bolzano nel dopoguerra era un'area depressa e proprio grazie allo Statuto speciale e all'autonomia di cui ha potuto godere, oggi ha il Pil più alto d'Italia. Lo Stato centrale oggi spende tanto e male e il debito pubblico ammonta a tremila miliardi. È l'organizzazione stessa dello Stato, gestita attualmente a livello romano, a non funzionare. Nel settore della giustizia, ad esempio, l'Italia spende più degli altri Paesi dell'Europa occidentale, mentre sull'Istruzione si spende di meno. Il settore della sanità, invece, viene già oggi per lo più gestito dalle Regioni e la sanità italiana, tanto vituperata, resta pur sempre tra le prime dieci al mondo. Tutto dipende dalla gestione delle risorse finanziarie - conclude il ministro - cioè da come si spendono le risorse»