VIDEO | La riapertura del tribunale di Rossano è dal 2013 il centro di tutte le battaglie politiche e civili del territorio della Sibaritide. Il presidio, però, rimane inesorabilmente chiuso e oggi si registra la posizione forte del presidente della Commissione parlamentare Antimafia
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
L’occasione della sottoscrizione del Patto per la Legalità nella Sibaritide, avvenuta lo scorso lunedì a Sibari, è stato anche un momento per focalizzare l’attenzione su alcuni punti critici che riguardano il territorio dell’Alto Jonio. In un’area che sta vedendo il ritorno prepotente della criminalità i cittadini continuano a chiedere, a voce alta, una presenza maggiore ed autorevole dello Stato. Proprio li dove lo Stato da qualche tempo sembra aver levato le tende.
“Senza Stato Mollo” questo lo slogan che ha accomunato gli oltre 500 cittadini che si sono ritrovati presso il Minerva. E questa assenza di Stato risalta nella carenza di infrastrutture, nell’assenza di lavoro in un territorio che si ritrova a dover fare i conti con un livello di disoccupazione altissimo, ma si rispecchia anche nel mancato accesso ai diritti: dalla Salute alla Giustizia. Ed è proprio per rivendicare uno di questi diritti che il territorio ionico sta combattendo dal lontano 2013 la battaglia delle battaglie. Parliamo della riapertura del Tribunale di Rossano. Una vicenda che in questi anni ha registrato infinite posizioni, tutte mirate ad una riabilitazione del presidio. Ma finora non si è visto nulla. E sulla questione arrivano perentorie le parole del Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra. Che, se da un lato, conferma l’impegno del governo Lega-5Stelle nel restituire al territorio, oggi di Corigliano-Rossano, il maltolto, dall’altro ammonisce con un tono deciso e dice: «La Mafia non si sconfigge con i tribunali. Perché altrimenti a Reggio Calabria, a Vibo Valentia, a Cosenza, Lamezia Terme e Castrovillari avremmo vinto questa battaglia». Probabilmente è così. Ma la sottrazione di un Tribunale, quello di Rossano, ed il conseguente affollamento di un altro, quello di Castrovillari, ha ingessato la macchina della giustizia, in un’area della Calabria dove non ci sono strade né servizi e dove percorrere 100km diventa un’impresa. Succede, ad esempio, e non è una casualità, che un cittadino di Bocchigliero (nel cuore della Sila Greca) per raggiungere il tribunale del Pollino impieghi quasi due ore e mezza. Ed è per questo, forse, che ad un certo punto sopraggiunge, tra la gente, l’indifferenza di contribuire alla giustizia e alla legalità.
Insomma, quella della soppressione del Tribunale di Rossano è una vecchia storia, nella quale ognuno rimpalla responsabilità sui predecessori. Ne riconosce il peccato ma non da l’assoluzione. Alla guida del Paese, però, c’è un Governo che ha assunto impegni chiari anche e soprattutto sulla riapertura del presidio giudiziario ionico. La mafia, come ricorda il senatore Morra, probabilmente non si elimina con i tribunali ma la Giustizia è un diritto di prossimità che al momento manca a Corigliano-Rossano, la terza città più grande della Calabria, e nel suo infuocato comprensorio.