VIDEO | Dietrofront di Alberto Bonisoli a capo del dicastero dei Beni culturali, pochi giorni prima dell'incontro per discutere degli investimenti da attivare nel centro storico di Cosenza. Disdetto all’ultimo momento il colloquio con il sindaco sebbene sia stata confermata la visita in città
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Il ministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli, a Cosenza venerdì prossimo 18 gennaio, ha disdetto all’ultimo momento il colloquio fissato a Palazzo dei Bruzi con Mario Occhiuto. Secondo il programma concordato, Bonisoli e il sindaco si sarebbero dovuti incontrare in Comune di buon mattino, alle ore 8,30, per una interlocuzione sugli interventi da attivare nel centro storico e, in particolare, sulle modalità di impiego dei novanta milioni di euro deliberati dal Cipe su impulso di Dario Franceschini, precedente titolare del dicastero. Subito dopo, insieme, avrebbero raggiunto la Prefettura per un tavolo di lavoro con il soprintendente. Nelle ultime ore è arrivata invece la repentina marcia indietro. «Uno sgarbo istituzionale inaccettabile» afferma Occhiuto, ispirato, il sindaco lo dice a chiare lettere, «dagli esponenti politici locali del Movimento Cinquestelle, di cui Bonisoli è espressione nel Governo».
«Boicottato per non consentire la realizzazione delle opere»
Secondo il primo cittadino si tratta solo dell’ultimo di una serie di atti di ostruzionismo esercitati ai danni della sua amministrazione da parte di altri organi politici ed istituzionali, con l’obiettivo di boicottarne l’attività. Già lo scorso 7 dicembre, Occhiuto aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica, segnalando le pressioni esercitate dal dirigente del ministero, Gino Famiglietti, affinché l’amministrazione provinciale revocasse l’autorizzazione paesaggistica concessa per la realizzazione del Museo di Alarico al posto dell’ex Hotel Jolly.
«Punire i comportamenti scorretti»
Nel corso di una conferenza stampa convocata sul tema, Occhiuto, affiancato dal dirigente dell’ufficio legale Giovanni De Rose, ha tirato in ballo anche la questione Oliverio: «Io sono garantista – dice – ma laddove vi siano state condotte portate avanti per danneggiare il comune di Cosenza, è giusto che tali condotte siano punite. Su Piazza Bilotti abbiamo subito uno stop di un anno per ingerenze esercitate dai nostri oppositori politici sul Genio Civile. Poi abbiamo registrato la mancata erogazione in favore del comune dei fondi per le opere complementari, generosamente elargite invece per altri interventi pubblici non ancora funzionali, come il Parco Acquatico di Rende o l’Aviosuperficie di Scalea». Il comportamento scorretto di Bonisoli potrebbe anche spingere il sindaco a disertare la riunione convocata in Prefettura.
La paternità di quei novanta milioni
Sullo stanziamento da novanta milioni deliberato dal Cipe, Occhiuto sottolinea: «Leggo di associazioni che si attribuiscono il merito di questo finanziamento, da ascrivere al ministro Dario Franceschini, sensibilizzato sulla questione dal consigliere regionale Domenico Bevacqua. Non siamo qui per intestarci meriti che non abbiamo. Peraltro, considerando la lentezza delle procedure, i primi effetti concreti di questo investimento saranno percepibili tra diversi anni e ci saranno altri amministratori ad inaugurare le opere».
Pronto un piano strategico per il centro storico
In previsione dell’incontro con il Ministro, il Comune aveva preparato un corposo piano strategico per il centro storico. Allo stato attuale ci sono già progetti per una serie di investimenti pari ad una spesa di 43 milioni di euro. Le risorse sono già disponibili, provenienti in parte da Agenda Urbana, in parte dal Piano delle Periferie, in parte dall’Accordo quadro sulla metro. In merito agli ulteriori novanta milioni deliberati dal Cipe, l’ufficio del Piano di Palazzo dei Bruzi, diretto dall’architetto Angela Carbone, ha elaborato un ampio intervento per ristrutturare 19 edifici, profondamente degradati e pericolanti, per i quali l’amministrazione sta disponendo gli atti di esproprio per acquisirne la proprietà, dopo aver inutilmente ordinato il recupero e la messa in sicurezza ai proprietari. Questa misura ha un costo stimato di circa trenta milioni. Altri sei milioni potrebbero essere impiegati per il completo rifacimento delle condotte idriche e fognarie, anche qui i progetti sono stati redatti, due milioni per i sottoservizi, dieci milioni per la riqualificazione degli spazi comuni.
A marzo l’inaugurazione del Planetario
«Paghiamo un caro prezzo per il rallentamento delle procedure burocratiche – ha aggiunto Occhiuto – Siamo il primo comune d’Italia per progettualità, nell’ambito del Piano per le Periferie. Lavoriamo quotidianamente per realizzare le opere pubbliche. Insieme a noi, la Regione e la Soprintendenza dovrebbero lavorare per centrare quegli obiettivi che più stanno a cuore ai cittadini. Invece veniamo continuamente ostacolati per questioni politiche che nulla hanno a che fare con il bene collettivo». Poi l’annuncio: «La Zeiss sta per inviare gli operai specializzati per il montaggio delle lenti necessarie a completare il planetario. Entro il mese di marzo potremo procedere alla inaugurazione».