Tra amanti promosse, mariti stipendiati e insulti omofobi, il MiC si trasforma in un teatro di scandali degno di una soap opera. E ora, tutti sul divano per la puntata di Report: le sorprese non mancheranno
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Ormai il Ministero della Cultura è diventato il set perfetto per una soap opera all’italiana, una di quelle che neanche i migliori sceneggiatori di Beautiful avrebbero osato immaginare. Qui non ci sono solo storie di amori segreti e favori personali, amanti e ministri da commedia all’italiana anni ’70, ma anche consulenze d’oro, legami familiari e, ovviamente, una bella dose di politicamente scorretto che arricchisce il tutto con un tocco di tragicommedia. Prima c'è stata la puntata dell'amante pompeiana del ministro, promossa a consulente di lusso e scarrozzata in giro per l’Italia su auto blu pagate, ovviamente, dai contribuenti. Poi il sequel, dove l’amante tradita si trasformava in agente segreto con tanto di occhiali spia. Ma ora la trama si fa più interessante con l'introduzione della versione LGBTQ+ della serie: il marito del capo di gabinetto, ingaggiato con una consulenza d’oro dal proprio consorte, mentre il ministro Giuli sembra essere troppo occupato a inventare supercazzole per i giornalisti per vigilare su quello che succede in casa sua.
La star dell’ultimo episodio si chiama Francesco Spano, ed è il capo di gabinetto del Ministero, che proprio ieri ha deciso di dimettersi dopo appena dieci giorni di permanenza nelle stanze di via del Collegio Romano. Non perché il ruolo non gli piacesse, anzi. Ma perché il livello di pressione è diventato insostenibile a causa della pioggia di insulti dai membri del partito di maggioranza che, se ce ne fosse bisogno, dimostrano di mal sopportare i gusti sessuali non canonici. Ma non solo. Domenica sera, Sigfrido Ranucci – maestro nel creare hype sul suo programma d’inchiesta – ha annunciato che Report trasmetterà una puntata che promette di far scoppiare più di una bomba. Si parla di intrecci personali e professionali, con al centro della storia una consulenza da 14 mila euro, che sarebbe stata affidata (e il condizionale è d’obbligo, visto che si tratta di voci non suffragate, per ora, da uno straccio di prova) dal capo gabinetto Spano con tanto amore al marito, Marco Carnabuci. Un incarico trimestrale bello corposo, che il Museo Maxxi ha pensato bene di pagare profumatamente. E il ministro Giuli? Forse era troppo impegnato a esercitarsi con la retorica per accorgersi di cosa stava succedendo sotto il suo stesso naso.
E siccome ogni soap che si rispetti ha il suo villain, ecco che il cattivo da operetta arriva a rendere la trama ancora più trash. In questo caso, il ruolo è interpretato alla perfezione da Fabrizio Busnengo, coordinatore del IX Municipio di Roma per Fratelli d’Italia. Se ne è uscito in una chat interna del partito con insulti da bordello di quarta categoria, definendo Spano un "pederasta" e attaccando le sue posizioni LGBTQ+ con la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli. Insomma, un omofobo di quelli vecchio stampo che non ha perso occasione per mostrare quanto fosse lontano da ogni forma di eleganza o di intelligenza politica. Busnengo ha fatto una pessima figura, sia per il contenuto che per il tono da saloon, dimostrando non solo omofobia, ma anche un livello di cafonaggine non proprio all’altezza di chi dovrebbe avere a che fare con la cosa pubblica. E, ovviamente, dopo aver generato il caos, è stato rimosso dalla chat e ha dovuto rassegnare le dimissioni. Un altro personaggio che esce di scena in modo teatrale.
E ora non ci resta che attendere domenica sera, quando Report scoperchierà questo fumigante pentolone. Ranucci ha già anticipato che ci saranno rivelazioni bomba e che il ministro Giuli farebbe meglio a guardare la partita per non rischiare di farsi venire un coccolone. Chi pensa che le dimissioni di Spano siano l'atto finale, quindi, può prepararsi: il peggio (o il meglio, dipende dai gusti) deve ancora venire. La puntata promette di rivelare documenti compromettenti e intrecci che potrebbero mettere nei guai non solo Spano, ma anche "alte cariche" di Fratelli d’Italia. Il Ministero della Cultura si è trasformato nel palcoscenico perfetto per una commedia politica che sembra sfuggita di mano a tutti.
Prima il “caso Boccia”, con l’amante del ministro Sangiuliano promossa a consulente, ora il "caso Spano", e chissà cos’altro verrà fuori nei prossimi giorni. Alessandro Giuli, il ministro della Cultura, è al centro della tempesta e sembra che anche per lui le cose non stiano andando benissimo. Forse lo vedremo nel prossimo episodio di questa tragicommedia, impegnato a dare spiegazioni mentre i riflettori si fanno sempre più accecanti.
Come diceva un paio di giorni fa Giorgia Meloni, questo governo sta facendo la storia. E che storia: è diventato lo scenario perfetto per una vera e propria telenovela all'italiana. Intrighi, amori segreti, consulenze d'oro, insulti da bar di periferia, e ora anche un’inchiesta di Report che promette di svelare i dettagli più sordidi. Quindi, preparatevi: pop corn, bevande fresche e un comodo divano. Domenica sera scopriremo tutto ciò che ci siamo persi nelle puntate precedenti. E come in ogni telenovela che si rispetti, il meglio – o il peggio – deve ancora venire.