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Lo scontro tra il gruppo iGreco e il governatore Oliverio potrebbe presto risolversi. In una nota i Greco dichiarano: «Oliverio spieghi che non si riferiva a noi quando accostava gli interessi nella sanità privata all'utilizzo di metodi mafiosi e terroristici da lui citati, che è giusto ed opportuno combattere, tutti insieme, per ridare finalmente più dignità, più rispetto e libertà alla nostra terra ed ai nostri concittadini. È singolare il fatto che in questa nostra terra un gruppo imprenditoriale debba giustificarsi del fatto di ricorrere alla Magistratura per tutelare la sua onorabilità. Pensavamo che fosse deprecabile il contrario, che fossero da condannare i comportamenti omertosi, la fuga dalle proprie responsabilità, i silenzi davanti alle contestazioni. Invece ci troviamo a un capovolgimento dei ruoli: noi che invochiamo il giudizio della magistratura sul nostro operato e sulle gravi accuse che ci vengono mosse, veniamo indicati come aggressori e la nostra richiesta di tutela giudiziaria diventa un atto intimidatorio».
«Condividiamo quanto sostiene il presidente Oliverio – si legge nella nota inviata da Filomena Greco, rappresentante legale del gruppo - circa l'attività di lobby attorno alla sanità privata, aggiungeremmo anche pubblica. Lo sappiamo bene noi che di queste lobby siamo diventati il principale bersaglio per il fatto che siamo entrati in questo mondo da circa un anno e mezzo. Il nostro ingresso ha, sì, infastidito queste lobby, le quali si sono ulteriormente allarmate dopo la notizia della costruzione di un nuovo ospedale privato». Sarebbe proprio il nuovo ospedale, «la cui realizzazione è obbligata dal nuovo patto per la salute (legge dello Stato), che mira a offrire ai cittadini calabresi, e non solo, servizi di qualità più elevati e paragonabili a quelli di altre regioni», il fulcro degli attacchi rivolgi al gruppo. Il cui scopo è quello di offrire «non solo migliori servizi ma anche alte professionalità, attrezzature all'avanguardia, luoghi di degenza nuovi e sicuramente più consoni alle varie esigenze dei pazienti. Ma anche luoghi di lavoro, per i nostri collaboratori (circa 800), più confortevoli e più adeguati anche alle loro esigenze. Il tutto non certo a discapito della sanità pubblica, ma semmai in un regime di virtuosa concorrenza che accresca la qualità e la quantità dei servizi ai cittadini, posto che l'obiettivo deve essere la salute del paziente e non certo le fortune politiche o professionali di chi opera nella sanità». Senza dimenticare i 300 milioni di euro spesi per la mobilità passiva dei cittadini calabresi "costretti" a curarsi fuori regione.
«Per questo – continua Filomena Greco – condividiamo l'appello lanciato ai sindaci dal presidente Mario Oliverio a favore della sanità pubblica ma non condividiamo che si insista nel definire una intimidazione la nostra ricerca di verità e giustizia davanti ad accuse infamanti, false e potenzialmente distruttive del nostro lavoro. Tutelare il proprio nome nelle aule di giustizia è un diritto sacrosanto riconosciuto dalla nostra legge. Si chieda il presidente Oliverio, che senso ha predicare la legalità se poi si lancia un messaggio distorto secondo il quale chi si ritiene vittima di un sopruso non deve ricorrere al giudice, quasi che ciò fosse una "infamità"? Se si denuncia il presidente Oliverio è una intimidazione ed un attacco alla democrazia. Mafiosi e terroristi».
«Il gruppo iGreco non vuole essere trascinato in beghe politiche o di altra natura per cui sarebbe il primo ad essere felice di ritirare ogni iniziativa giudiziaria in presenza dell'opportuno chiarimento che solo il presidente Mario Oliverio può offrire rispetto alle cose che ha detto. Saremo felici di ritirare le denunce un attimo dopo che verrà chiarito che non erano riferite alla nostra impresa e alle nostre persone le espressioni usate dal presidente Oliverio e che ogni accostamento del gruppo a "grumi di interesse illeciti" o peggio all'uso di dinamite da mettere sotto il sedere di chicchessia è stato assolutamente arbitrario e non voluto. Il presidente Oliverio vuole il bene della Calabria e dei calabresi. Non abbiamo ragione di dubitarne, allora giudichi tutti gli imprenditori e ci giudichi sulla scorta delle cose che altri fanno e che noi facciamo».