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Un peccato davvero. Le beghe interne al Pd hanno fatto sì che non venisse approvata una legge che avrebbe risolto gran parte dei problemi della Calabria. Quantomeno quelli relativi alla mancata realizzazione della vocazione turistica del territorio.
La legge di iniziativa Greco, D’Acri, D’Agostino, Pasqua e Sergio rubricata "Misure per promuovere il turismo sportivo mediante la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici", sarebbe stata un toccasana per la Regione. Con la realizzazione di 5 campi da golf avrebbe fatto aumentare le presenze turistiche in modo esponenziale. Secondo la relazione che accompagna la legge sarebbero arrivati in Calabria 384mila giocatori all’anno che sommati agli accompagnatori avrebbero fatto 460mila visitatori, turisti, all’anno. Lo garantisce lo studio di fattibilità che forse ha adottato i parametri della California facendoli suoi. Ma che in ogni caso ha destato parecchia ilarità tra gli osservatori in grado di fare di conto fino a dieci.
Fatto sta che i numeri la maggioranza li ha dati anche in Aula e non se ne è fatto nulla. Intanto Oliverio ha quasi litigato con il presidente Irto prima di accertarsi che la legge non avesse oneri per le casse regionali. Poi le vistose assenze tra i banchi della maggioranza hanno reso semplice a Mimmo Tallini, che aveva chiesto il rinvio della normativa, richiedere la verifica del numero legale che non c’era. Dal Consiglio mancavano quasi tutti i contestatori del centrosinistra (Guccione, Bevacqua, Ciconte, Sculco e tutto il gruppo Dp Giudiceandrea, Bova e Neri).
Inevitabile la chiusura anticipata della seduta e il rinvio della legge alla prossima riunione dell’Assemblea. Del resto il golf è sicuramente una delle priorità per la società calabrese e la classe dirigente farà di tutto per tutelare il diritto dei cittadini di potersi cimentare in uno sport fin qui limitato solo alle classi più abbienti. Una vera e propria battaglia di civiltà.
Riccardo Tripepi