Per adesso Azione, il movimento del “pariolino” rappresentato da Graziano e De Nisi, è schierato senza se e senza ma con Occhiuto. Ma le elezioni europee potrebbero rimescolare le carte. In riva allo Stretto molti si sono presentati all’appuntamento (ASCOLTA L'AUDIO)
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Che qualcosa si stesse muovendo, anche all’interno di Palazzo Campanella, lo si era capito da tempo. Soprattutto nella maggioranza che sostiene il presidente Roberto Occhiuto. Le frizioni con Fratelli d’Italia, gli scontenti in Forza Italia, la nascita del quasi gruppo di Azione, sono segnali inequivocabili che qualcosa presto o tardi succederà.
Ecco perché il blitz in Calabria di Carlo Calenda, due giorni fa in riva allo Stretto, delinea la strategia del partito che forse anche in anticipo rispetto ad altri, vuole proporsi non solo come attrattore di un universo moderato, e sterminato, che va dai socialisti ai liberali, dai cattolici ai popolari, ma anche quale alternativa ai due poli che vivono ognuno per le proprie ragioni un momento di difficoltà.
Se da un lato è lo stesso Calenda a rivolgersi alle «persone ragionevoli» che appartengono alla tradizione riformista di sinistra alla tradizione della Democrazia cristiana, al partito socialista, e al partito repubblicano, dall’altra è il senatore Marco Lombardo che ha di fatto le redini del partito a livello regionale a chiarire che la presenza del leader è in sostanza «un investimento politico sul sud e sulla Calabria». D’altra parte per lui offrire un’alternativa «è un messaggio politico nazionale» in piena regola. Che ai tanti amministratori accorsi all’appuntamento di Largo Colombo suona come il coinvolgimento della Calabria in «un nuovo protagonismo».
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Per il momento, Azione, a livello regionale segue le orme di Occhiuto, con i fidi Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano che giurano lealtà al presidente. Ma Lombardo pur apprezzando ha voluto che non fosse tutto così scontato: «Il presidente Occhiuto so che gode di consenso tra i cittadini, so che sta portando avanti dei temi importanti – ha detto rispondendo alle nostre domande -. Abbiamo la necessità di far si che queste attività, queste promesse vengano realizzate in pratica. Perché su questo che si viene misurati. La Calabria veniva da una situazione complicata, ora c’è bisogno, a mio avviso, di garantire continuità e stabilità all’azione amministrativa».
Aiuti alle imprese e no all’Abuso d’ufficio
Una linea che serve ad Azione anche per accreditarsi tra i tanti amministratori che hanno visto in Calenda un nocchiero a cui affidarsi anche in vista delle europee del 2024, che sicuramente segneranno uno spartiacque per diverse formazioni politiche.
Del resto, gli argomenti utilizzati, camminano sulle orme del leader. Sarà il sindaco facente funzioni della Città metropolitana, Carmelo Versace, ad aggredire il tema delle interdittive antimafia, ponendo Azione concretamente al fianco delle imprese e degli imprenditori. E quando Calenda ha escluso qualsiasi ipotesi di riproposizione di un campo largo con i cinquestelle, certificando le distanze con Matteo Renzi e Italia Viva, non nominando mai la Schlein, spetta ancora a Versace strizzare l’occhio al Partito democratico. D’altra parte non sarà sfuggito a nessuno che in sala era presente praticamente quasi tutta l’amministrazione comunale reggina, insieme al segretario regionale dem Nicola Irto e al provinciale Antonio Morabito.
Ed è ancora il leader di Azione a sviscerare – collegandolo ai ritardi dei bandi del Pnrr - il tema dell’abuso d’ufficio che ha condannato ad una lunga sospensione il sindaco Giuseppe Falcomatà: «Siamo d’accordo col governo sull’abolizione dell’abuso d’ufficio – ha detto Calenda – sennò la gente non firma e non li manda avanti i bandi. Perché? Perché ha paura di prendersi un rinvio a giudizio, e quelli sono soldi che devi tirare fuori tu, carriera rovinata, la tua faccia sui giornali, e quindi quello che diciamo è levate l’abuso d’ufficio perché non possiamo fare 155 mila bandi e contemporaneamente indagare gente che poi nel 90% dei casi viene assolta».
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«Vicini» alla formazione del Gruppo a Palazzo Campanella
Intanto però a Palazzo Campanella i due consiglieri De Nisi e Graziano continuano a tessere la tela. Al momento sono in due sotto le insegne di Azione ma non possono formalmente formare un gruppo consiliare perché ci vuole almeno un altro consigliere. Le manovre sono tuttora in atto e come anticipato da queste colonne, le interlocuzioni sono state avviate già da tempo.
In tal senso De Nisi non si nasconde: ««Posso dire che siamo vicini alla formazione di questo gruppo, ovviamente non abbiamo fretta perché la nostra attività politica prescinde dal fatto amministrativo di costituire un vero gruppo consiliare perché con il consigliere Graziano siamo un tutt'uno e agiamo all'unisono, in piena sintonia. Quindi la nostra azione giornaliera la svolgiamo lo stesso nel nome e nell’interesse del partito di Azione. Poi se ci saranno le condizioni nei prossimi mesi per fare il gruppo ben venga perché questo ci darà sicuramente risalto maggiore, uno spazio politico di visibilità e una incisività maggiore».
Ciò implica anche una certa dedizione alla causa del governo regionale e De Nisi lo sottolinea quando afferma che «i rapporti col presidente Occhiuto sono sempre ottimi perché sta lavorando bene e noi lo sosterremo con lealtà e con impegno».
La venuta di Calenda in Calabria rappresenta anche per Graziano un’attenzione particolare alla nostra terra, «ma anche dal punto di vista politico – aggiunge l’ex scudocrociato - perché Azione è un partito in espansione, in crescita, anche all’interno del Consiglio regionale ma soprattutto all’esterno con tanti amministratori che hanno interesse verso quest’area di centro, moderata, riformista, popolare, liberale». In corso, ammette Graziano, ci sono con il segretario nazionale incontri specifici con tanti amministratori che «hanno voglia di partecipare a questo grande progetto di questo grande partito moderato». «In consiglio regionale – conclude il consigliere regionale - è chiaro che ci sono delle relazione e dei sviluppi che possono esserci da qui ai mesi prossimi, però c’è una prontezza maggiore negli amministratori locali».