«Hai parlato per quindici anni, vuoi ancora continuare?», sbotta Franco Iacucci.
«Mentre io parlavo tu per quindici anni prendevi appunti in una stanza», replica Mario Oliverio.
«Ti ho fatto il servo per quindici anni», esplode Iacucci.
«Non puoi parlare, il tuo intervento non è in locandina. Abbiamo negato la parola anche ad altri sindaci», quasi grida Mimmo Bevacqua.
Il responsabile nazionale Infrastrutture del Pd, Antonio Misiani, poggia il microfono sul tavolo e fa: «Se non parla Oliverio io non intervengo, le parole non hanno mai ucciso nessuno».

Se il Pd calabrese è quello andato in scena venerdì sera in un hotel di Rende, il centrodestra può dormire fra sette guanciali: governerà, senza sforzarsi troppo, per altri vent’anni.
In agenda c’era una tavola rotonda su un tema cruciale per la Calabria come quello della mobilità e dei trasporti, ma va in scena la solita piazzata da gossip politico, in cui i torti e le ragioni si confondono e che fa passare in secondo piano gli spunti, pur interessanti, dell’incontro.
Merito (o colpa, dipende dai punti di vista) di Mario Oliverio che, dopo anni di assenza dagli incontri targati Pd, si presenta al dibattito con l’evidente scopo di mettere in imbarazzo gli organizzatori, ovvero il capogruppo Mimmo Bevacqua e il vicepresidente del consiglio Franco Iacucci.

Due che con Oliverio hanno condiviso un bel pezzo di strada politica, ma che adesso sembrano averlo dimenticato. Almeno nell’azione politica in consiglio regionale dove non hanno mai difeso le strategie messe in atto dall’allora presidente di centrosinistra sulla mobilità.
Strategie incentrate tutte sul trasporto su ferro con la realizzazione delle metropolitane leggere di Cosenza e Catanzaro, il potenziamento della stazione di Lamezia Terme, l’elettrificazione della linea jonica, la firma con Renzi del Patto con la Calabria incentrato sull’alta velocità.

Roberto Occhiuto ha evidentemente ben altra visione strategica, basata sugli aeroporti, il cui sviluppo è stato affidato, forse con troppa fiducia, agli accordi con le grandi compagnie low cost. Così i 160 milioni della metro leggera Cosenza-Rende-Unical sono sfumati, l’alta velocità è fuori dal Pnrr e va avanti con grande lentezza e grandi incognite sul tratto Sud; l’elettrificazione della linea jonica è in grande ritardo rispetto al cronoprogramma vergato Oliverio.

In consiglio regionale non c’è mai stata una vera contrapposizione fra le due visioni, né il Pd ha mai incalzato il centrodestra su queste questioni. Colpa della tentazione continua di azzerare tutto dei dem che in questi cinque anni di governo del centrodestra solo molto flebilmente ha rivendicato i suoi precedenti cinque anni di Governo.

Del resto al dibattito di venerdì c’erano due tecnici di valore come il docente Unical Roberto Musmanno e quello dell’Umg, Francesco Russo. Il Pd in locandina li presenta proprio così, come docenti universitari, dimenticando che erano stati pedine fondamentali del governo Oliverio. Musmanno non a caso nel suo intervento ha elencato minuziosamente le cose fatte all’epoca (anche il tentativo di controllo satellitare delle corse effettive dei privati concessionari nel Tpl che nessuno sa che fine abbia fatto) finendo per irritare Bevacqua che lo accusato di comiziare.

Insomma nervi a fiori di pelle e solita pantomima del tutti contro tutti che ha mandato a casa perplessa la pur numerosa platea presente. Oliverio alla fine ha preso la parola ed ha rivendicato ciò che ha fatto da presidente e definito tardiva l’iniziativa del Pd. Un intervento che alla fine ci stava tutto e che avrebbe meritato un confronto politico approfondito, anzichè quelle scenette. Ma il Pd dal tafazzismo sembra non riuscire proprio a guarire.