Parla di una proposta fuori dalla realtà il Pd. Il riferimento è alla proposta di legge presentata da tutti i capigruppo di maggioranza, esclusa la Lega, che reintroduce la figura del consigliere supplente. La norma è composta da soli quattro articoli e prevede che in caso di nomina ad assessore si congela il ruolo di consigliere regionale e si viene temporaneamente sostituiti salvo poi riprendersi il ruolo in caso di decadenza dalla giunta.

Per il Pd è appunto una proposta fuori dalla realtà, a noi invece sembra pienamente calata nell’attualità. Non è un caso, infatti, che la proposta venga depositata a ridosso di un rimpasto di giunta che il presidente Roberto Occhiuto voleva velocissimo e che invece sta conoscendo ritardi per i tentennamenti dei partiti interessati.

In effetti, i soliti spifferi di Palazzo dicono che la norma sia stata spinta soprattutto da Fratelli d’Italia che attraverso la proposta riuscirebbe a salvare capra e cavoli. I meloniani vorrebbero infatti nominare assessore il consigliere regionale Peppe Neri che così non perderebbe lo status di consigliere regionale. Nello stesso tempo, grazie alla norma, si darebbe soddisfazione anche al primo dei non eletti del partito nella circoscrizione Sud ovvero Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, che alle scorse regionali ha ottenuto 5.259 voti. Lo stesso Calabrese da tempo era in predicato di essere uno dei papabili sostituti di Fausto Orsomarso che lascia la giunta dopo la sua elezione in Senato. Ma evidentemente anche Neri aspira ad un posto nell’esecutivo Occhiuto e con questo meccanismo l'imprenditore reggino sarebbe più che blindato e Calabrese sarebbe contento uguale perchè entrerebbe in consiglio regionale.

Ma la norma ha anche un effetto domino sugli altri partiti di maggioranza e in particolare su Forza Italia. Si perchè a quel punto l’assessore Gianluca Gallo sarebbe “congelato” da consigliere e il suo posto verrebbe ricoperto dal primo dei non eletti degli Azzurri nella circoscrizione Nord ovvero il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco. Il costo per i contribuenti? Non è proprio indifferente. Basti pensare che un capogruppo o presidente di commissione costa ai calabresi circa 163mila euro l’anno. Sono davvero pochi i consiglieri che non hanno nessun ruolo. A questi costi, però, vanno aggiunti quelli relativi alle nuove strutture che si andrebbero a creare. Insomma il costo totale dell’operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 400mila euro l’anno. L’aspetto della spesa però non sembra preoccupare troppo i partiti di maggioranza, che sono piuttosto felici di aver trovato una quadra geniale al complicato puzzle del rimpasto.