Il consigliere regionale ha ammesso di aver ricevuto l’invito da Carlo Calenda per candidarsi alle Europee. Sin dal suo ingresso in Azione, sono sempre stati pochi i dubbi sulla sua partecipazione alla corsa verso Bruxelles. Anche perché la legislatura regionale è ormai in discesa. In fondo, tutti se l’aspettavano dopo l’ingresso in Azione. Potrebbe sembrare una battuta, quella di Giuseppe Graziano, affidata ad una “storia” di Instagram, ma dietro si potrebbe celare qualcosa di più concreto.

Il consigliere regionale, vero deus ex machina degli “azionisti” calabresi, - tra il serio ed il faceto - ha scritto: «Carlo Calenda mi ha chiesto disponibilità per una candidatura alle prossime elezioni Europee. Voi che ne pensate? L’ho ringraziato e gli ho detto “anche” che nel frattempo era meglio fare l’albero di Natale e lo abbiamo fatto insieme a Marco Lombardo e Francesca Scarnato». La domanda a questo punto è più che lecita: si può deludere il “capo”?

Come accennato, sin dall’ingresso in Azione di Giuseppe Graziano, i ben informati, finanche i suoi più fidi collaboratori, non hanno mai chiuso concretamente – lui compreso – a una opportunità del genere. Difficile immaginare – a questo punto – che Graziano possa rifiutare l’offerta. Certo, l’una e l’altra carica – consigliere regionale ed europarlamentare – sono incompatibili, ma la l’esperienza a Palazzo Campanella si avvia verso la fase finale e allora Bruxelles si potrebbe tradurre in una nuova, inedita occasione per Graziano, uomo di mestiere, politico di vecchio corso, profondo conoscitore dell’elettorato calabrese.

Ed allora, se davvero si candiderà, Graziano avrà valutato – passo passo, centimetro dopo centimetro – tutti i pro e i contro, con la calcolatrice in mano, strumento con cui è assolutamente a suo agio. E mentre è concentrato anche sulle amministrative di Corigliano Rossano con liste e coalizione – di centrodestra, of course, nonostante i malpancisti del suo partito che sorridono a Stasi – chi lo conosce è convinto che il “generale” accettera il guanto di sfida lanciato da Calenda. E se i “conti” dovessero quadrare, l’election day del 9 giugno potrebbe spalancare le porte – ovviamente il condizionale è fortemente d’obbligo – al Belgio ed a Palazzo Bianchi.