Gare, appalti, nomine, al centro di una dura nota domenicale del sindaco Flavio Stasi, bersaglio in questi ultimi mesi di una serie di attacchi relativi alla politica della trasparenza nella pubblica amministrazione. L’amministratore, inoltre, non ha gradito la diffusione di un video, divenuto virale, in cui appaiono alcuni dipendenti unitamente al segretario comunale durante una pausa pranzo. «Una prassi decennale, quella di condividere un momento di ristoro tra colleghi dentro le mura comunali, che personalmente non condivido, ma che rappresenta l'ultimo dei problemi del nostro Comune e che di certo non mette in discussione l'autorevolezza e la moralità personale e professionale del dott. Lo Moro, la cui azione quotidiana – evidentemente – risulta fastidiosa a chi preferisce rapportarsi con dirigenti della pubblica amministrazione alla propria (misera) altezza».

I falsi moralisti e gli appalti

Il primo cittadino sul processo di moralizzazione della vita pubblica non transige. Apre allo scontro con chi è dedito alle insinuazioni: «Ad ogni concorso, ad ogni gara, ad ogni incarico, si insinua il venticello gelido della calunnia, si lascia trapelare il sospetto circa l’agire dell'amministrazione. Roba da leggere con i popcorn in mano come se si trattasse di racconti di Stephen King: evidentemente chi era abituato a vincere (o anche a perdere) con i cosiddetti “calci” è terrorizzato dal fatto che oggi quel sistema possa non esistere più. Il nostro Comune poteva essere tranquillamente ribattezzato come “il regno dell'offerta unica”: fior di appalti a cui corrispondeva (casualmente) sempre e solo un unico partecipante. I moralisti, ovviamente, tutti con la faccia girata dall'altra parte, mentre questo meccanismo distruggeva la nostra economia ed azzerava gli investimenti sul nostro territorio. Oggi invece sarà un caso, ma per quasi tutte le gare del Comune, anche quelle poco ricche, arrivano più e più offerte, da soggetti del territorio e fuori dal territorio, ed anche questo, evidentemente, non è molto gradito. Eh già! Perché ho spesso avuto l'impressione che alcuni appalti comunali venissero interpretati come “torte” da spartire, e non come strumenti per offrire servizi alla comunità. D’altra parte, quando l'offerta era una sola, non perdeva nessuno e l’unico partecipante ne era contento».

Il cambiamento, processo difficile

Il sindaco ammette: «Il cambiamento è un processo difficile e delicato, per il quale certamente non ci lasceremo influenzare da insinuazioni e sproloqui di moralisti “a gettone”. Un cambio di registro al quale chiediamo partecipino le forze sane della nostra comunità, chi non si arrende, i tanti giovani che hanno deciso di restare o vorrebbero tornare, quanti hanno a cuore il futuro della nostra bellissima città».