La legislatura arriverà tranquillamente fino alla fine. Qualora residuassero dubbi l’ultima seduta di Consiglio regionale li ha definitivamente fugati. Dopo il richiamo del governatore Mario Oliverio e del capogruppo del Pd in Aula Sebi Romeo sulle assenze dell’ultima volta, i banchi si sono riempiti, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Senza modificare, però, la sostanza delle cose: il governo Oliverio non ha i numeri perché oltre alle assenze sono troppi i consiglieri che hanno abbandonato la maggioranza. Circostanza che è stata sottolineata sia a destra che a sinistra dai vari consiglieri. Una situazione che dura da oltre un anno. Nessuno, però, ha il coraggio di trarre le conclusioni che l’attuale fase imporrebbe. Oliverio, come annunciato da Romeo in più occasioni, aspetta i suoi al varco e cioè al momento dell’approvazione del bilancio. E’ già successo l’anno scorso e, alla fine, anche i più dissidenti sono rientrati nei ranghi. E lo faranno di nuovo prossimamente.

 

Il centrodestra gongola

Il centrodestra gongola e strumentalizza la situazione politica. Gli scranni dell’opposizione trasudano “senso di responsabilità” negli ultimi mesi. Staccando la spina, infatti, i vari consiglieri del centrodestra rinuncerebbero almeno a sei mesi di stipendio. Così come i colleghi del centrosinistra e i colleghi che stanno pronti a salire sul futuro carro del vincitore. E nessuno ha questa intenzione. Per cui i vari Gallo, Orsomarso, Tallini, Esposito, Nicolò e compagnia continuano a chiedere le elezioni anticipate, per poi mantenere in Aula il numero legale, almeno per i provvedimenti che hanno intenzione o interesse di approvare.

Il risultato finale è quello impietoso di una classe dirigente che continua a fare scempio di una Regione ormai allo sbando, con occupazione e servizi ai minimi storici.

 

Le riunioni miste

Anche le riunioni miste di centrosinistra e centrodestra, le continue contrattazioni e mercanteggiamenti su ogni singolo ordine di giorno e ogni testo di legge sono una diapositiva della peggiore politica del compromesso. E nessuno che spieghi perché senza la maggioranza un governatore possa continuare a svolgere il suo ruolo e un presidente del Consiglio possa continuare a fare finta che non stia accadendo nulla.

O meglio la spiegazione è semplice: nessuno degli attuali attori è sicuro di essere rieletto alle prossime regionali, considerati gli scossoni che arrivano da Lega, Cinque Stelle e Fdi, mentre tutti tengono famiglia.

 

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