Otto deputati chiedono al governatore di farsi da parte perché «la sua vicenda giudiziaria non può compromettere il futuro dei calabresi»
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«Il governatore Mario Oliverio si dimetta, se davvero ama la Calabria. La sua vicenda giudiziaria non può compromettere l'interesse, il futuro dei calabresi».
Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Giuseppe d'Ippolito, Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Paolo Parentela, Dalila Nesci, Federica Dieni, Anna Laura Orrico e Alessandro Melicchio, che argomentano: «È impossibile che Oliverio riesca ad amministrare la Regione da San Giovanni in Fiore. Nei suoi cinque anni al timone della Calabria, egli ha affondato la sanità nominando direttori generali compiacenti, responsabili di spaventosi buchi di bilancio. Privo di coraggio, il presidente della Regione ha mantenuto ai vertici gli stessi dirigenti regionali scelti dal predecessore Scopelliti; ha consolidato la vecchia, peggiore burocrazia e per brama di potere ha piazzato amici e fedelissimi negli uffici più importanti, come il pagatissimo Franco Pacenza».
Toni molto duri che, sebbene scaturiscano dalla premessa iniziale, quella che fa riferimento all’inchiesta Lande desolate, che è costata al presidente della Calabria l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, sembrano proiettare i 5stelle calabresi nella campagna elettorale per le elezioni regionali che dovrebbero tenersi entro la fine dell’anno.
«Oliverio - proseguono i parlamentari -. ha prodotto la terribile emergenza nel settore dei rifiuti; ha chiuso gli occhi sullo scandalo delle tariffe illegittime del servizio idrico e “protetto” il gestore Sorical, carrozzone condotto dal proprio compare politico Luigi Incarnato. Ancora, il governatore non ha avuto la capacità né la voglia di rilanciare il sistema dei trasporti; ha dimenticato giovani e famiglie costretti a emigrare ed è rimasto immobile nelle politiche per il sociale, per il turismo, per l'agricoltura e la tutela dell'ambiente e del territorio. In compenso - continuano gli esponenti del Movimento - Oliverio ha scialacquato milioni con affidamenti diretti per propaganda personale e serate di gala, per compiacere la sua cerchia di “teatranti” e, con l'acquisto del palazzo della Provincia di Cosenza, per aiutare il ritrovato delfino Franco Iacucci».
«Malgrado questo sfasciume - concludono - il governatore ignora le conseguenze nefaste della sua permanenza in carica e finge che la dimora obbligata a San Giovanni in Fiore non pesi affatto nella concreta gestione degli affari correnti. Sarebbe molto più apprezzato se uscisse dalla scena politica e si godesse da cittadino le sue tre magnifiche pensioni».