Il "romanzo" della rotazione delle deleghe in giunta regionale «appassiona poco, persino pochissimo». Per non dire di nuove poltrone. La verità è che «siamo ad un pericoloso giro di boa. Due anni e mezzo dietro le spalle e due anni e mezzo davanti. Servirebbe un rivitalizzante confronto sui temi caldi, a partire dalla sanità». Un consuntivo non guasterebbe quindi, «i problemi non mancano e le preoccupazioni nemmeno...».

L'anonimato richiesto (e concesso) da un autorevole e griffato esponente conterraneo di Fratelli d'Italia è da intendersi più per sostanza che per forma. Conta l'umore, il sentiment, l'autografo non ne potenzierebbe il concetto. Che resta intatto nel suo dispiegarsi, «siamo in ansia per la battaglia delle battaglie, la sanità. Se si fallisce qui abbiamo chiuso. Poi magari ti arriva la "tempesta perfetta" e andiamo tutti a casa senza aver toccato palla noi alleati». Già, la "tempesta perfetta", «ci sono un po' di preoccupazioni in giro..». Il malumore di Fratelli d'Italia trova ancoraggio più in quello che può essere che in quello che è stato, nel male e nel bene. È stato fatto tanto «ma tantissimo è da fare in molti ambiti e in 2 anni e mezzo che mancano si può davvero fare la rivoluzione».

Però non sempre o quasi mai «veniamo coinvolti, quasi nessuno viene coinvolto». Per deleghe e poltrone Fdi mostra quasi di voler "passare" al tavolo, «anche se un discorso è stato avviato, siamo la prima forza del resto e ci facciamo sentire. Ma alla fine non dovrebbe entrare nessuno e forse nemmeno un nuovo vice».

Quel che resta però è un parente stretto dell'amaro in bocca per un confronto serio e costruttivo (e soprattutto collegiale) sui temi caldi e sanguinanti, «a cominciare dalla sanità, noi qui non rispondiamo di nulla perché non tocchiamo palla». Neanche le "scosse" futuribili in consiglio regionale riescono a prendere la scena, «non si muoverà niente per ora, Mancuso vede Salvini la prossima settimana...». Per una volta e fosse pure in colpevole ritardo la regnanza del primo partito regionale e del Paese si mette di umore cattivello più per temi che per poltrone. «Abbiamo ottime presenze nel governo e altrettante ottime ne potrebbero entrare per dare una mano ma non è questo il punto». Che invece resta, incrocio, «un coinvolgimento che non c'è. Si governa di squadra e soprattutto per le cose più gravi e importanti». Fratelli ma non fessi d'Italia, quindi. «Noi rispondiamo solo su quello per cui veniamo coinvolti..». Mani avanti per non cadere indietro? «A questi livelli se cadi ti fai male sempre, tutti».