Delegazioni bruzie a Roma per fare pressione su Letta: si cerca di blindare un altro nome oltre a quello del segretario regionale Nicola Irto da cui però si vorrebbe un segnale chiaro
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Il caso diplomatico è già scoppiato e gli incontri con la segreteria di Enrico Letta e con il coordinatore nazionale Marco Meloni sono all’ordine del giorno. I faldoni relativi alle questioni Cosenza, uno dopo l’altro, sono sempre ben presenti ai tavoli dei vertici nazionali del Partito Democratico. È uno dei territori che, storicamente, anima con vigore un dibattito interno che difficilmente troverà mai fine. Tuttavia, le diverse correnti locali sembrano d’accordo su un argomento: il No a Nico Stumpo di Articolo 1 in Calabria.
Il perché è semplice. Se da un lato Nicola Irto è stato blindato su volere di Roma, dall’altro la seconda candidatura “certa” di strappare un seggio in Parlamento pare proprio quella destinata al partito del Ministro della Salute Roberto Speranza. Tutto ciò taglierebbe fuori la provincia bruzia o, meglio, la esporrebbe all’elevato rischio di non riuscire a strappare biglietti validi per il prossimo lustro di soggiorni capitolini. Il primo passo, pertanto, è premere su Letta affinché nessuno venga calato dall’alto, specialmente alla luce dei sondaggi. Nel frattempo non è piaciuta l’idea di posizionare Bruno Bossio e Viscomi, parlamentari uscenti, nei collegi uninominali perché altrove questa soluzione non è stata posta neppure al vaglio.
A parte le dichiarazioni di facciata, il Pd di Cosenza non ci pensa proprio a restare fuori dalla partita. Attende per questo motivo un passo concreto dal segretario regionale a cui è stata ribadita fiducia, ma da cui ci si attende un segnale che tuteli la provincia più grande e da dove, anche per mero calcolo numerico, arrivano più voti. Lo stallo apparente potrebbe compattare le correnti (paradosso) per porre le fondamenta di base comune: garantire un posto al sole alla propria Federazione.
Sul nome da proporre agli elettori in posizione privilegiata ci si penserebbe poi in un secondo momento, ma c’è chi sarebbe pronto, dalle posizioni più centriste, ad avanzare una proposta ai tre big che nutrono legittime ambizioni. Il jolly sarebbe rappresentato da un passo indietro da parte di Bevacqua, Guccione e Bruno Bossio per un candidato (o una candidata) che stia bene a tutti. Difficile che anche uno solo dei tre possa pensarci.