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“Ieri con il successo del centrosinistra nei ballottaggi di Acri e di Paola è stato confermato un dato di straordinario successo elettorale alle elezioni amministrative: in Provincia di Cosenza il Partito Democratico e il centrosinistra hanno fatto cappotto. Forza Italia perde in tutti i Comuni”. È quanto sostenuto dal segretario provinciale del Pd di Cosenza Lugi Guglielmelli.
“Nei 23 comuni chiamati al voto vengono eletti, infatti, 15 Sindaci PD, 6 Sindaci espressione di coalizioni di centrosinistra con dentro il PD e 2 Sindaci di movimenti civici.
Non è questo un dato che si può sottovalutare o archiviare. Esso è la cartina di tornasole ed evidenzia che le criticità elettorali del PD si registrano soprattutto nei grandi centri urbani. L’insuccesso del Partito Democratico – continua - nelle città capoluogo non è soltanto calabrese ma è omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Non è fuori luogo quindi, supporre che dal voto emerge una tendenza che esprime un grande disagio soprattutto nei vasti agglomerati popolari e periferici delle città. E’ la manifestazione più acuta di un disagio sociale che con il voto esprime sfiducia e protesta ma al tempo stesso cerca riferimenti politici che siano interpreti delle ansie e delle insicurezze sotto il segno della conservazione.
Il Pd potrà essere una formazione politica credibile solo se riuscirà a cogliere questi bisogni non soltanto attraverso una riforma dello stato sociale ma anche e soprattutto attraverso la dinamizzazione dell’ascensore sociale per dare prospettiva di futuro, di vita e di lavoro ad intere generazioni, giovani e meno giovani. Ha ragione Renzi, dunque, che le elezioni politiche saranno un’altra cosa a condizione che, però, il PD non racchiuda esclusivamente l’analisi di questo voto nello schema dei localismi.
Una approfondita lettura del dato elettorale, inoltre, ci consente di affermare che l’insediamento di una rete organizzata del Partito nei territori non è una variabile neutra o indifferente; nelle città infatti il Pd paga il limite dell’assenza di un’organizzazione politica attiva, aperta ed inclusiva.
Anche per questo penso che sia utile e necessario indire, su piattaforme politiche e programmatiche fortemente innovative, i congressi straordinari nelle cinque città capoluogo calabresi.
E’ notorio– conclude- che è stato proprio questo limite infatti che ha determinato uno svantaggio competitivo dal momento che la stessa selezione dei candidati a Catanzaro oggi come a Crotone e a Cosenza ieri, è stata caratterizzata da un percorso improvvisato ed avventuroso che ha trovato soluzioni solo in zona Cesarini, quasi a tempo scaduto”.