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Intensa l’agenda di giornata per il vice segretario che incontrerà il gruppo dirigente del Pd nel primo pomeriggio presso la sede della federazione provinciale di Cosenza per discutere delle elezioni di Cosenza alla presenza dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei consiglieri provinciali, dei segretari di circolo cittadini, del candidato Lucio Presta e dei rappresentanti della coalizione.
Una sorta di investitura per il manager delle dive che Renzi ha fortemente voluto come candidato unico per il Comune bruzio, nonostante i mal di pancia interni che ha provocato la scelta di non svolgere le primarie. Una decisione che non è proprio andata giù ad Enzo Paolini e al Pse che fino all’ultimo hanno sperato in un ripensamento dei vertici, immaginando di potersi misurare alle consultazioni interne. Invece anche l’ultimo appello dell’avvocato cosentino è finito nel nulla. “E’ una giornata di lutto per la democrazia di Cosenza – ha dichiarato Paolini - Nonostante l'appello di milleduecento cittadini inviato ai segretari regionale e nazionale del Pd, le primarie si celebreranno in tutta Italia tranne in quella che veniva definita l'Atene della Calabria. Una sospensione dei diritti che non trova uguali neanche nei momenti più oscuri dei regimi autoritari. Milleduecento cosentini hanno chiesto a Renzi di restituire la democrazia a Cosenza. Ma il silenzio fa capire che, per costoro, Cosenza e il Sud più in generale, non meritano alcuna attenzione”.
Sarà difficile anche per Guerini insomma ricucire tutte le ferite provocate dall’imposizione renziana. Anche se l’attenzione dei colonnelli romani è più rivolta al Nuovo centrodestra dei fratelli Gentile che dovrà essere recuperato a tutti i costi. Così impone la congiuntura nazionale con il Senato sempre condizionato dai voti degli alfaniani calabresi e così vuole anche la competizione elettorale cosentina. I voti di Gentile sarebbero assai utile per Presta che non può permettersi passi falsi dopo la forzatura sul suo nome. Ed allora i negoziati sono in corso e la sensazione è che i Gentile tireranno al massimo sul prezzo prima di chiudere positivamente un’intesa elettorale.
Guerini, sempre nella giornata di lunedì incontrerà Gianni Papasso, candidato a Sindaco di Cassano allo Ionio, e Giovanni Altomare, candidato a Sindaco di Rogliano, per poi trasferirsi a Trebisacce alle ore 18,30 per incontrare i sindaci, gli amministratori e il Pd dell’Alto Jonio cosentino.
Anche lui, insomma, si terrà lontano da Crotone dove l’avvio della campagna elettorale sta diventando davvero un mistero. Ancora incerto se le primarie si svolgeranno o meno. Il segretario provinciale Pantisano è in pausa di riflessione e mancano le idee anche per un eventuale candidato unico che possa evitare le consultazione, con il risultato finale che in Calabria le primarie per le prossime amministrative non si svolgerebbero in nessun centro chiamato al voto. L’unico candidato di superamento sarebbe Giovanni Pugliese, fondatore dell’Istituto S’Anna, che però ha ancora molte reticenze. Attivissimi, invece, gli Sculco che stanno lavorando a più liste, anche se manca anche a loro il candidato sindaco.
Sanità – L’appello di Magorno a Scura
Anche lo scontro sulla sanità sembra in grado di scuotere il Pd. La convivenza tra Oliverio e Scura dopo pare ormai diventata impossibile, come dimostrato dal fuoco di fila aperto sul commissario, dopo la decisione di mettere mano, senza confronto, alla rete ospedaliera calabrese. Il capogruppo Sebi Romeo ha sparato a zero "La decisione dell’ingegnere Scura e del suo vice Urbani di decretare, unilateralmente, la nuova rete ospedaliera della Calabria rappresenta l’ennesimo grave atto che i commissari assumono in sfregio alle istituzioni democratiche della nostra regione ed ai calabresi”, per poi chiedere l’apertura di una nuova fase che veda al centro gli interessi dei cittadini e soltanto quelli. Al ministro Lorenzin ed all’intero Governo chiederemo che le tutele ai calabresi non vengano ulteriormente sacrificate a favore di un commissariamento che ha fallito la propria missione”. Ma è la presa di posizione del segretario Magorno a far pensare che orami la situazione sia fuori controllo.
“La rete ospedaliera calabrese va rimodulata. È un adempimento che non si può rinviare nel tempo, ma va fatto subito – ha detto il segretario - Il decreto emanato dai commissari sul riassetto della rete, però, non è coerente con gli obiettivi richiesti. La razionalizzazione deve tagliare sprechi ed inefficienze e deve porsi l'obbligo di qualificare ed estendere i servizi. Conseguentemente, anche il decreto di assegnazione dei budget alle case di cure private è da riformulare secondo una logica di integrazione e complementarità rispetto alla riorganizzazione della rete sanitaria ospedaliera pubblica. Per queste ragioni - conclude il segretario regionale del Pd - intendo rivolgere un appello al commissario Scura ed al subcommissario Urbani affinché si decida una moratoria e si disponga la sospensione dell'attuazione operativa di entrambi i decreti per promuovere tempestivamente una azione di concertazione con le Aziende Sanitarie pubbliche e con le parti sociali al fine di pervenire a modifiche coerenti con una efficace azione di riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica e privata”.
La confusione è alle stelle, insomma. E l’effetto immediato è che del Consiglio regionale sulla sanità che doveva svolgersi già il mese scorso, nessuno parla più. Anche perché è ferma a Roma pure l’interlocuzione del governatore Oliverio con il ministro Lorenzin in ordine alla rimodulazione del piano di rientro dal debito.
Riccardo Tripepi