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‘In data odierna ho inviato una lettera a Beatrice Lorenzin, ministro della Salute (e per conoscenza alle deputate istituzioni) per chiedere interventi urgenti in merito alla riorganizzazione delle guardie mediche, considerato che contribuiscono sensibilmente a tutelare l’offerta sanitaria sui territori. Sulla base dei nuovi criteri che disciplinano la materia (una guardia medica ogni 7500 abitanti, anziché 3500) anche nella provincia di Vibo si opererà per una loro considerevole riduzione (da 39 presidi a 23). Molti comuni verranno così privati dell’unico presidio sanitario presente in loco. Un dato di per sé eloquente che lo diventa ancora di più se si considera l’ubicazione delle comunità, spesso significativamente distante e collegata in maniera approssimativa con i centri ospedalieri. Per evidenti ragioni, ciò risulterebbe ancora più penalizzante per le realtà montane e per quelle turistiche. Le prime, in particolare, subirebbero, in tal modo, un ulteriore decrescimento di servizi che darebbe ulteriore linfa al progressivo impoverimento di tali centri. Va poi considerato che le guardie mediche contribuiscono a decongestionare i reparti ospedalieri di Pronto soccorso; specie nel capoluogo di provincia. Un filtro cui sarebbe opportuno non rinunciare, magari mediante una generale riorganizzazione della rete sanitaria. A ciò si aggiungano le gravissime conseguenze relative ai sanitari impiegati nelle guardie mediche per così tanti anni. Di norma, medici assunti con contratti a tempo determinato che rischiano concretamente di rimanere senza lavoro e senza alcuna realistica possibilità di una loro ricollocazione. Un’evenienza, quest’ultima, che per evidenti ragioni va assolutamente scongiurata. Necessitano, pertanto, interventi coerenti e mirati che da un lato evitino compressioni del diritto alla salute dei cittadini causati da tagli poco ponderati. Dall’altra, tutelino la posizione dei medici impiegati nelle guardie mediche’.