Come sempre, il buon Rocco arriva a rimettere insieme i cocci, ma stavolta l’impresa è ardua. Salvare il leader, far contento il fondatore e sopravvivere al naufragio del M5S
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Ricordate Mister Wolf? Il personaggio interpretato da un monumentale Harvey Keitel nel film Pulp Fiction di Quentin Tarantino, che veniva chiamato in caso di pericolo a “risolvere problemi”. Anche a Palazzo Madama e dintorni – lato Movimento Cinque Stelle - esiste qualcuno di analogo: Giuseppe Conte ultimamente non è in gran forma? Le ultime mosse della leader Pd Elly Schlein sembrano aver spiazzato l’ex premier proprio quando si preparava a piazzare qualche colpetto strategico con la maggioranza. Come riprendersi? Serve una mano... anzi, due: quelle di Rocco Casalino, il vecchio e fedele portavoce con una passione sfrenata per le crisi da risolvere (e, diciamocelo, anche per un po’ di riflettori).
Proprio lui, Casalino, l’ex concorrente del Grande Fratello, che aveva vissuto da protagonista l’ascesa di Conte ai tempi del governo giallo-verde. Poi, senza neanche un borbottio, era sparito, messo in naftalina da un giorno all’altro, passando da essere l’ombra di Giuseppi all’ombra di sé stesso. Ora è tornato in missione speciale per riportare in auge l’immagine di un Conte appannato, con la complessa sfida di ricucire i rapporti con il fondatore Beppe Grillo.
Il ritorno di Casalino arriva in un momento delicato. Giuseppe Conte non è affatto al top, ed è qui che entra in scena il gran maestro della comunicazione, pronto più che mai a risolvere i problemi con il suo classico mix di marketing mediatico e capacità di manipolare il consenso pubblico. Dopo un periodo passato a fare il “semplice” capo ufficio stampa, è pronto a rimettere in moto la macchina, un tweet alla volta, cercando di riportare "Giuseppi" sotto i riflettori.
Il clima nel Movimento non è esattamente quello di un pranzo di Natale, il rapporto tra i due leader si è deteriorato a tal punto da sembrare una nuova battaglia ogni giorno. Il continuo stillicidio di accuse e contraccuse ha raggiunto un livello tale che persino Rocco dovrà tirare fuori tutte le sue “magie” per evitare che i due si scambino definitivamente i saluti, spaccando in due la creatura politica che entrambi hanno contribuito a forgiare. Magari l’ex Grande Fratello riuscirà a convincerli a una tregua strategica, come faceva nella Casa quando la tensione tra il compianto Pietro Taricone e l’Ottusangolo Sergio Volpini raggiungeva le stelle. Un po’ di pace, almeno apparente, giusto quel pizzico che servirebbe a evitare che il M5S finisca in mille pezzi. Ma la strada è lunga e irta di insidie.
In questo clima burrascoso e autunnale, Rocco si riprende le stanze dei bottoni romane, pronto a orchestrare la grande rentrée dell’avvocato del popolo: «Sono leale a Conte, è giusto seguire il percorso che ha tracciato per dare un nuovo slancio a tutti», dichiara, cercando di infondere ottimismo tra le fila pentastellate. E se lo dice lui, che è stato a lungo il vero deus ex machina della comunicazione grillina, con un potere che andava ben oltre la gestione delle interviste o delle apparizioni in tv. «Me l'ha detto Rocco» era una frase ricorrente tra i parlamentari del Movimento, a testimonianza di quanto la sua parola fosse legge.
Ma le cose sono cambiate. Conte, circondato da una nuova squadra, sembra dare sempre meno ascolto al suo vecchio stratega. Tuttavia, lui insiste, preoccupato che si stia perdendo quella connessione diretta con gli elettori che aveva reso il Movimento vincente: «Serve parlare in maniera semplice, meno ideologica», spiega Casalino, temendo che il M5s si stia spostando troppo a sinistra, rischiando di sovrapporsi con il Pd e di perdere quella base elettorale che un tempo l’aveva portato al 33%. Rocco, da stratega qual è, vede un pericolo chiaro: fosse per lui, sceglierebbe un Movimento più populista, in grado di intercettare i voti di chi non va alle urne.
«Siamo in una fase cruciale», confessa agli amici, mentre elabora le sue strategie. Il problema è che le sue visioni vengono accolte con meno entusiasmo rispetto al passato. Casalino, che ha attraversato alti e bassi, resta comunque un pilastro, il custode dei segreti del Movimento, con la speranza, forse, di tornare un giorno in prima linea. «Ci sarò sempre», scherza, ma il suo desiderio di avere un seggio in Parlamento non è affatto una battuta.
Con la sua proverbiale sincerità, Rocco non nasconde il rammarico per la piega che hanno preso i rapporti tra Conte e Grillo. «Non stanno scherzando, fanno sul serio. Il rischio è che vada tutto a gambe all’aria», commenta preoccupato. Lontano dai riflettori di un tempo, il suo compito ora è cercare di evitare che il Movimento imploda definitivamente. Ma la sensazione è che, nonostante tutti i suoi sforzi, la frattura sia ormai troppo profonda per essere sanata facilmente. Ma Mister Wolf… pardon, Rocco Casalino è tornato in azione e si può ben sperare.
Nel frattempo? La costituente, più volte sbandierata come la soluzione finale del Movimento, slitta. E Casalino è pronto a correre in soccorso di Giuseppe Conte, convincendo allo stesso tempo l’Elevato Beppe Grillo ad accontentarsi di un ruolo da guru spirituale. Ben pagato, s’intende, con 300mila euro all’anno di consulenza per restare nella sua comoda villa sulle alture di Genova, fuori dai giri…