Alla fine lo strapuntino è arrivato o almeno dovrebbe arrivare secondo indiscrezioni che sembrano però fondate. Il deputato vibonese, Giuseppe Mangialavori, dovrebbe ottenere la presidenza della commissione Bilancio della Camera. Un organo importante che può lenire l’amarezza della mancata nomina nella squadra di Governo. L’indiscrezione è del quotidiano La Repubblica che però aggiunge altri particolari su come, anche in questo caso, le fibrillazioni interne a Forza Italia non siano affatto terminate. 

Cencelli alla mano, gli azzurri hanno a disposizione 5 cariche, 3 alla Camera e 2 al Senato. Davvero troppa poca roba per non rinfocolare la lotta intestina fra i “ronzulliani” e i fedelissimi di Antonio Tajani. Difatti l'altro contendente alla poltrona di Mangialavori era Paolo Barelli, molto vicino al ministro degli Esteri, che ha già dovuto rinunciare al Viminale come vice di Piantedosi e che dovrebbe restare fuori anche a questo giro. Ovviamente non si è trattato dell’unico caso, ma praticamente in quasi tutte le postazioni si è registrato un braccio di ferro tra le due fazioni. Al punto che Silvio Berlusconi ha deciso di prendere lui in mano la situazione.

Naturalmente dando il Cavaliere le carte, per Mangialavori è stato un gioco facile spuntarla, anche come giusto riconoscimento per il lavoro fatto in Calabria. Nella regione, lo ricordiamo, Forza Italia ha ottenuto percentuali doppie rispetto alla media nazionale ma a questi consensi non è seguito un giusto peso politico nel governo. Di certo ha pesato il clamore mediatico intorno la vicenda, non solo sotto il profilo giudiziario, ma anche politico.

Il deputato vibonese, in quei concitati giorni, era diventato quasi il simbolo nazionale dei “ronzulliani”. Per onestà intellettuale va anche detto che la partita è stata giocata anche peggio dai dirigenti regionali forzisti che non hanno appreso la lezione impartita dalla Meloni in occasione dell’elezione del presidente del Senato. Quando alla lista mostrata dal Cav a favore di telecamere, la premier replicava «ha dimenticato di scrivere che non sono ricattabile» il messaggio era palese per tutti. Eppure dalla Calabria è partito un fiume di comunicati che spingevano per la nomina a sottosegretario di Mangialavori.

Il risultato è quello che conosciamo e la strategia ha finito per azzoppare la possibile corsa dell’altro parlamentare azzurro, Francesco Cannizzaro. Adesso è arrivato il risarcimento politico, con una nomina certamente prestigiosa e molto delicata perchè centrale visti i tempi che ci aspettano.