La pet mania contagia anche la politica. Ed ecco che allora si cerca di colmare alcune lacune nella legislazione regionale, provando a mettere più di una pezza ad un impianto normativo, quello calabrese, che con qualche anno di anzianità di troppo – la legge n°41 di riferimento è datata 1990 – si prefigge di regolamentare la tutela degli animali. Anche perché l’istituzione dell’anagrafe canina, le campagne di sensibilizzazione verso l’adozione, le regole per la detenzione degli amici a 4 zampe «sono tutti strumenti utili ma non sufficienti» ad arginare emergenze come l’abbandono, il maltrattamento e il randagismo. «Servono regole sociali» afferma Giuseppe Graziano. Ed a questo mira la corposa e dettagliata proposta normativa regionale redatta e firmata dal capogruppo dell’Udc a Palazzo Campanella.

L’idea è quella di riordinare e disciplinare la tutela e la presenza nel territorio degli “animali d’affezione”. «Un cambio di rotta epocale – spera Graziano - che innesca dalla Calabria un percorso di civiltà che possa abbracciare tutto il Paese».

Insomma, cani, gatti e ogni altro animale “destinato ad essere tenuto, dall’uomo, per compagnia o affezione senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all’uomo, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione, e impiegati nella pubblicità”, possono contare non su uno, ma su due amici in più nella politica calabrese. Con la netta percezione che sarà l’intero Consiglio ad appoggiare le proposte. Anche perché non c’è solo Graziano a sventolare la bandiera degli animali d’affezione. Anche Ferdinando Laghi, alla guida del gruppo “de Magistris presidente” è convinto che per dare forza alla legislazione esistente occorra istituire un’Autorità regionale “per i diritti degli animali d’affezione e la corretta convivenza con le persone”.

Le due proposte sono state curiosamente presentate una, quella di Graziano, il primo di settembre, l’altra il giorno successivo. Seguiranno però un percorso diverso visto che entrambe saranno esaminate dalla Seconda e dalla Terza Commissione, mentre la proposta di Laghi passerà anche dagli Affari istituzionali, per l’esame di merito.

Stop ai canili lager

In Italia si stima che siano presenti oltre 62 milioni di animali d’affezione (domestici), di cui più di 14 milioni di cani e gatti. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute in Calabria vi sono 4264 gatti e 220.983 cani. La Calabria non sfugge al triste fenomeno degli abbandoni, che di conseguenza alimentano il fenomeno del randagismo. Basti pensare che secondo il Ministero della Salute si stimano, in Italia, tra i 600 e i 700 mila cani randagi, di cui circa 27.293 in Calabria. «Anche se secondo le associazioni – chiosa Ferdinando Laghi nella sua relazione illustrativa - il dato dei randagi in Calabria è più alto, essendo stimato in circa 35 mila randagi».

«Questa proposta di legge – sottolinea Graziano - nata da una percezione diffusa di disagio sui territori calabresi e redatta dopo aver ascoltato le posizioni dei cittadini e delle associazioni animaliste, ha un duplice obiettivo: incentivare le adozioni e la sana convivenza degli animali nei nuclei familiari; eliminare, una volta per sempre, i canili lager». L’idea è quella di creare una “squadra” istituzionale più ampia a tutela degli animali e con ruoli specifici, dai Comuni alle Province, dalle Aziende sanitarie per finire alla Regione. «Più controlli sui censimenti, pene più severe sugli abbandoni, maggiore cura per gli animali in stato di abbandono, maggiore severità sul mercato delle “razze” che spesso piacciono ma poi alla lunga creano problemi di convivenza familiare e quindi creano il fenomeno dell’abbandono. Ma anche l’introduzione del divieto di catena che rappresenta uno tra i più importanti segnali di civiltà e di svolta nel nostro complesso normativo».

Ma non basta, perché Graziano ha pensato anche al libretto d’identità obbligatorio per gli amici a quattro zampe e all’istituzione di case famiglia per cani. Una struttura di accoglienza intermedia che mira sostanzialmente a ridurre il ricorso ai canili, «in virtù anche del limite massimo di 200 cani a struttura» - rimarca il capogruppo Udc - che la proposta di legge prevede.

«Incentivando le famiglie, con buoni sconto per i pasti e servizi veterinari gratuiti, ad adottare cani abbandonati, destinati ai canili – spiega Graziano - si ha il doppio vantaggio di favorire un maggior risparmio per lo Stato e di dare una risposta più efficace alla domanda di cura del randagio, che sarebbe inserito così in un contesto più a dimensione di animale».

Il fine ultimo della legge è quindi quello di promuovere una nuova cultura del rispetto degli animali, riconoscendo loro, anche a livello normativo, quella dignità di soggetti che hanno conquistato nelle relazioni sociali, «mirando ad assicurarne in ogni circostanza il loro benessere e ad evitarne riprovevoli utilizzi. Insomma – conclude Graziano - un quadro normativo chiaro, innovativo ed europeo che in questo manca alla Calabria e a tante regioni del nostro Paese».

Un’Autorità… a quattro zampe

Assicurare una figura di garanzia a favore degli animali, che tuteli maggiormente, concretamente e quotidianamente diritti che già sono loro riconosciuti dalla nostra legislazione, è invece lo spirito che anima la proposta di legge di Ferdinando Laghi relativa all’istituzione dell’Autorità Regionale per i Diritti degli Animali d’Affezione.

«Nella proposta di legge – chiarisce il capogruppo di deMa - si prevedono funzioni e competenze per l’istituenda Autorità regionale al fine di ottenere una più incisiva ricaduta a tutela degli animali e per una corretta convivenza tra le persone e gli animali stessi».

D’altra parte Laghi porta in discussione un’altra amara realtà, svelata dai i dati del Rapporto Zoomafia 2021, della “Lav” (Lega antivivisezione), e relativi alla Calabria, dipinta come una regione nella quale si verificano «numerosi casi di comportamenti illegali nei confronti degli animali. Da un rilevante fenomeno dell’abbandono, ai maltrattamenti, ai combattimenti tra cani e all' illegalità nella gestione dei randagi». Uno spaccato che conferma per Laghi la necessità di adeguate strategie di contrasto, nei confronti di comportamenti a danno degli animali d’affezione.

«In particolare – spiega Laghi - le modalità di intervento prevedono la costituzione di forum territoriali di contrasto al randagismo, comprendenti enti locali, guardie zoofile, forze dell’ordine, servizi veterinari delle aziende sanitarie e associazioni per la protezione degli animali nonché di campagne di formazione e sensibilizzazione rivolte in generale ad i cittadini, con particolare riguardo alle istituzioni scolastiche».

La proposta prevede anche forme di collaborazione tra l’Autorità, gli enti locali e le istituzioni sanitarie competenti al fine di incentivare le attività di educazione e responsabilizzazione direttamente rivolte ai proprietari di animali e riguardanti obblighi e responsabilità di legge ed inoltre, incentivi per le iniziative di pet therapy negli ospedali e nelle case di riposo per anziani.