Centrosinistra allo sbando e non è una novità. L’unità raggiunta in occasione dell’ultima seduta di Consiglio regionale, in cui stranamente non ci sono state assenze strategiche e polemiche, era soltanto di facciata. Ed è durata il tempo necessario ad approvare il rendiconto del Consiglio che contiene le somme per gli stipendi degli stessi consiglieri e delle loro strutture. Non approvarlo avrebbe provocato anche la chiusura anticipata della legislatura.

 

Scampato il pericolo e messi in ghiaccio i denari, tutto è ripreso come prima anzi peggio. Carlo Guccione è tornato ad attaccare il governatore Mario Oliverio su Calabria Verde mentre i dissidenti hanno abbandonato l’Aula. Primo tra tutti il segretario questore Giuseppe Neri che aveva relazionato sul rendiconto, in uno dei suoi rarissimi interventi in Aula, prima di imboccare con decisione l’uscita.

 

Appena qualche ora dopo lo stesso Neri, insieme ai compagni di ventura Antonio Scalzo e Franco Sergio, ha annunciato la costituzione di un gruppo nuovo in Consiglio “Moderati per la Calabria”. Che dovrebbe restare nell’ambito del centrosinistra come i protagonisti si sono affannati a precisare. Appena dopo l’annuncio della costituzione del nuovo gruppo, Scalzo ha diramato un comunicato attraverso il quale plaude all’operato di Lorenzo Guerini, confermando la sua vicinanza a quella corrente democrat.

 

E quindi quale il senso dell’iniziativa? Lo si scoprirà in occasione della conferenza stampa che i tre hanno convocato per lunedì prossimo a palazzo Campanella. Intanto Scalzo diventa capogruppo e avrà una struttura propria, poi i tre sperano di potersi sedere con più forza ai tavoli delle trattative in vista delle regionali.

 

Giuseppe Neri, cognato del senatore Nico D’Ascola, del resto non è nuovo a queste piroette. Da consigliere provinciale dell’amministrazione targata Giuseppe Morabito, appena 5 anni, fa aveva annunciato con una nota stampa, come stavolta, il suo abbandono del gruppo del Pd per aderire al gruppo Misto. In aperta polemica con la gestione del partito e specificando che non avrebbe partecipato alle primarie che da lì a breve si sarebbero celebrate per la scelta del segretario nazionale. All’epoca si pensava che l’operazione fosse nata per raggiungere Nico D’Ascola nel nascente Nuovo Centrodestra anche se poi non se ne fece nulla e Giuseppe Neri tornò alla casa madre per essere eletto in Consiglio regionale alle ultime elezioni nelle fila dei Democratici Progressisti, costola del Pd. Partito che adesso, da figlio ribelle e mai domo, vuole di nuovo lasciare.

 

Riccardo Tripepi