Nicola Fiorita pronto a partire. Ma per farlo nel migliore dei modi, dopo la proclamazione ufficiale da sindaco di domattina alle ore 10 a Palazzo De Nobili, deve far quadrare i conti. Meglio, i posti. E fin da subito. Altrimenti, più che l’anatra zoppa (peraltro già in fase di cure avanzate per camminare bene a fianco del nuovo conducator di Palazzo De Nobili) dovrà temere il fuoco amico. Quello dei malpancisti nel centrosinistra, soprattutto. Che ieri gli hanno inviato segnali chiari di questo tenore: “Attento Nicola, che tutto da solo non puoi fare”. Un refrain inequivocabile. Ecco allora aprirsi il dilemma per il neoprimo cittadino, il quale vorrebbe il braccio destro Gianmichele Bosco alla presidenza del consiglio comunale. Difficile, però, che accada.

Perché, come anticipato circa 24 ore fa, è parecchio labile l’ipotesi di una figura di area cambiaventista a dirigere i lavori in assise. Più probabile, invece, che si vada verso l’elezione di Antonello Talerico, il quale ha alzato il prezzo (politicamente parlando, s’intende!)chiedendo anche un assessorato destinato a un esterno da lui designato. A riguardo l’identikit è del bancario Antonio Borelli, oltretutto parente di un maggiorente locale Dc del passato che ha contribuito a scrivere pagine importanti del capoluogo. Dubbi e discussioni non ci dovrebbero al contrario essere sulla poltrona di vice di Fiorita con l’assegnazione, quasi d’ufficio, a Giusi Iemma, consigliera primatista della lista Pd e oltretutto presidente dell’assemblea regionale Dem.

Assai più intricato, viceversa, il nodo Giunta. Che al netto delle deleghe conferite ai (pre)incaricati Marinella Giordano (Sicurezza) e Venturino Lazzaro (Welfare), dà in lizza per gli altri settori il pentastellato Francesco Mardente (Ambiente e forse anche Sport), il socialista Domenico Marino (Attività economiche), due donne di spicco del movimento Cambiavento Donatella Monteverdi (Cultura) e Daniela Palaia (Personale), e i Dem Salvatore Passafaro (Bilancio) e Pasquale Squillace (Urbanistica o Lavori Pubblici). Questi ultimi, però, riaprono il capitolo degli equilibri in casa Democrat. Ma prima va ricordato come Fiorita dovrebbe avocare a sé Programmazione comunitaria, Vigili urbani e qualche altra materia non secondaria, e anche le voci sui due nomi suggestivi a completamento del puzzle.

Il riferimento è, su tutti, alla “sardina” Jasmine Cristallo (rispetto a cui bisognerebbe aprire un ragionamento complesso, anche in virtù delle sue posizioni e vedute personali) e al giovane Roberto Rizza, che malgrado la mai negata appartenenza al centrodestra gode di una stima bipartisan in cima ai Tre Colli tanto da poter essere candidato a consigliere nel centrosinistra.

Quadro completo, quindi. Nient’affatto.Perché se Fiorita la spuntasse ad esempio su Bosco presidente (molto arduo!) dovrebbe poi fare i salti mortali per tenere tutto il resto insieme. Senza contare che, alla luce dello scenario complessivo proposto, come premesso qualcuno nel Pd rumoreggia. E se proprio le cose dovessero restare invariate, per evitare lo scherzetto di patti dell’ultima ora per proporre Eugenio Ricco (della coalizione Rinascita, ancora formalmente forte dei numeri in Aula) in luogo di Talerico o in subordine di Bosco, Fiorita dovrebbe alzare le mani sulle Partecipate. Società i cui vertici non potrebbero che essere espressione di partiti e forze che lo hanno sostenuto.