«Hanno pensato di agire nei confronti di un presidente in attività solo per dare visibilità a un tipo d’inchiesta che altrimenti non ne avrebbe avuta». Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale del Pd, lancia la dichiarazione bomba negli ultimi secondi della nuova puntata di Pubblica Piazza, la trasmissione di LaC Tv condotta da Pasquale Motta.
Il senso di quello che dice è chiaro: il procuratore Nicola Gratteri e gli altri magistrati inquirenti avrebbero puntato il bersaglio grosso, cioè il governatore Mario Oliverio, per fare “pubblicità” a Lande desolate, l’inchiesta che cerca di far luce su una serie di clientelismi e favori che ruoterebbero intorno ad alcuni appalti milionari, tra cui i lavori di realizzazione della cabinovia di Lorica.

 

«Perché non hanno indagato pure Scopelliti?»

«Chiunque abbia letto le carte ha visto che non c’è neppure un’intercettazione che coinvolge Oliverio. Siccome si parla di un appalto assegnato a un’impresa in odore di mafia - spiega l’esponente democrat –, mi chiedo perché non sia arrivato un avviso di garanzia in carcere all’ex presidente Scopelliti, che quell’appalto l’ha fatto, oppure all’ex assessore Giacomo Mancini, che ha curato l’acquisizione dei fondi Pisl per realizzare i lavori. Credo dunque che volessero colpire proprio un presidente in attività per dare visibilità all’operazione».
L’inchiesta, che è già costata a Oliverio l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore per i reati ipotizzati di abuso d’ufficio e corruzione, sta paralizzando l’attività del governo regionale. 

 

Regione alla paralisi

Ne è convinto Gianluca Gallo (Fi), capogruppo Cdl in Consiglio regionale, anch’egli negli studi di LaC per partecipare alla trasmissione. «La Calabria va incontro a un anno di paralisi amministrativa - ha detto -, Oliverio dovrebbe dimettersi per consentire ai cittadini di andare al voto il 26 maggio, in concomitanza con le Europee. La Regione è bloccata, ma l’ipotesi di varare una giunta politica, che vada a sostituire quella tecnica in carica, sarebbe un rimedio peggiore del male, perché imposto dagli eventi. Oliverio non avrebbe dovuto allontanare il Consiglio regionale come ha fatto in passato, oggi è troppo tardi per rimediare».
Diametralmente opposta l’opinione di Giudiceandrea, che vede nel frangente attuale l’occasione della maggioranza per ritrovare compattezza.
Incalzato dalle domande del direttore di LaC News 24, che gli ha chiesto se considera uno sbaglio la reazione così veemente di Oliverio («Non consentirò al giudice Gratteri di infangarmi»), Giudiceandrea ha risposto che è comprensibile da parte di chi sa di non avere responsabilità su fatti penalmente rilevanti. Ma sullo sciopero della fame, annunciato da Oliverio all’indomani dell’obbligo di dimora, il rappresentante democrat ha sostenuto che «è stato consigliato male da qualcuno a lui vicino».
Per Giudiceandrea, dunque, il governatore non deve dimettersi: «Le sue funzioni non sono state intaccate dal provvedimento cautelare, può firmare gli atti e convocare la giunta a San Giovanni in Fiore. L’unico vero problema è rappresentato dalla scarsa visibilità dell’ottimo lavoro svolto dagli assessori regionali, che essendo dei tecnici non hanno interesse e capacità di rendere evidente all’opinione pubblica la loro azione. Col tempo questo può diventare un problema notevole, ma per ora all’ordine del giorno non c’è il rimpasto di giunta, come confermerà la conferenza dei capigruppo fissata per lunedì».

 

«Pd assente, scelte nazionali scellerate»

Giudiceandrea, inoltre, si è scagliato contro il suo stesso partito, sostenendo che «in Calabria non esiste». «La sua assenza è un vulnus - ha continuato -, non so neppure se il segretario uscente sia ancora formalmente in carica. Ritengo una scelta scellerata quella dei vertici romani di non far celebrare al più presto il congresso calabrese, che probabilmente non ci sarà neppure in concomitanza di quello nazionale».

 

Sanità, tutti contenti per l'arrivo di Cotticelli

Spazio anche all’altro tema del giorno: l’insediamento del nuovo commissario alla Sanità, l’ex generale dei carabinieri Saverio Cotticelli. Entrambi i consiglieri regionali hanno minimizzato la circostanza che appena arrivato in Calabria sia andato a fare visita al procuratore Gratteri: «È normale, è un carabiniere, ma non può essere considerato un segnale».
All’unisono anche gli apprezzamenti per il cambio di testimone. «Scura non ha fatto un buon lavoro - ha detto Giudiceandrea -. Il 70 per cento del bilancio della Sanità lo gestiva lui e il debito è aumentato». Più indulgente Gallo, che pur definendo positivamente il passaggio di consegne, ha sottolineato le responsabilità di Oliverio, che avrebbe prediletto lo scontro con l’ex commissario per fare a scarica barile. «Non si può dare tutta la colpa a Scura - ha spiegato l’esponente del centrodestra -, i vertici delle aziende sanitarie e degli ospedali li nomina la Regione, ed è proprio lì che si sono annidati gli sprechi e le inefficienze».