Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«L’esito del Referendum del 22 ottobre scorso, oltre ad aver consegnato alla storia la volontà inequivocabile di due Città pronte e mature per iniziare a percorrere un unico cammino amministrativo, ha rimarcato in modo netto anche la volontà di coriglianesi e rossanesi di voler essere artefici del proprio destino. Soprattutto nelle scelte politiche, con l’auspicio che possano essere finalmente slegate dal giogo Cosenza-centrico. Corigliano-Rossano cerca e dovrà avere la sua rappresentanza istituzionale, in tutte le sedi. Vorrà il suo Sindaco, vorrà i suoi Parlamentari. Sicuramente non vuole più essere campo da mietere per riempire i granai altrui. La strada verso la fusione è ormai tracciata. E non sono necessari - anche se nelle ultime ore se ne sono affacciati tantissimi - padrini e protettori affinché essa si realizzi ma solo il sostegno convinto della sua gente».
È quanto tornano a ribadire, in questi giorni di fermento e di dibattito politico post referendum, il Sindaco di Rossano socio fondatore de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Stefano Mascaro, e il presidente nazionale del CCI nonché promotore della legge regionale sulla fusione di Corigliano-Rossano, Giuseppe Graziano.
«Sono nauseato – dice con rammarico Mascaro – dall’assalto alla diligenza a cui stiamo assistendo in queste ore. Ognuno, e mi riferisco a tanti rappresentanti politici di destra e sinistra, cerca di salire da protagonista sul carro del vincitore ma la verità è che di noi non hanno mai avuto considerazione. E capiamo anche l’interesse che può esserci attorno a questo ritrovato coinvolgimento attorno alle sorti della nascente Città Corigliano-Rossano. Sono i nostri voti che fanno gola a quanti hanno ambizione di andarsi a sedere su questa o quella poltrona per poi dimenticarsi puntualmente dei nostri problemi. Altrimenti non si spiega come noti rappresentati istituzionali, rimasti silenti durante tutto il periodo della campagna referendaria ed in alcuni casi anche contrari alla fusione, oggi si ritrovano a fare passerelle sul territorio e a dare loro garanzie sull’iter della fusione. Questo processo – ribadisce Mascaro – porta già un suo sigillo di paternità che è quello dei cittadini di Corigliano e Rossano che hanno inteso dare sostegno e concretezza ad una scelta partorita in questo territorio dal mondo sociale, ratificata dai Consigli comunali di Corigliano e Rossano e resa possibile grazie alla proposta di Legge di Giuseppe Graziano.
Che, sarà un caso, proprio all’indomani del referendum si è visto recapitare lo sfratto dal suo scranno in Consiglio regionale. Non ci meraviglieremmo se fosse il primo atto volto a punire le velleità della nascente terza Città della Calabria. Già, perché questo territorio – precisa ancora il Sindaco di Rossano – negli ultimi decenni è stato abituato a ricevere carezze di facciata che nascondevano meschine coltellate alle spalle. Ma non ci lasceremo intimidire perché i cittadini di Corigliano-Rossano, forti della loro conquista, già a partire dalle prossime elezioni Politiche, sapranno chiudere la porta in faccia a chi in questo territorio ha solo preso senza mai difenderne diritti e prerogative».
«Il processo per la nascita della terza Città della Calabria – chiarisce Graziano estensore e promotore della Legge regionale sulla fusione di Corigliano e Rossano – giunto a questo punto non ha bisogno di alcun garante. Le battaglie politiche per giungere a questo risultato sono state già compiute nei mesi e negli anni scorsi, e a parte il sostegno delle forze istituzionali, sociali e politiche del territorio, del Governatore Oliverio e di una parte del Consiglio regionale, non abbiamo registrato altre forti prese di posizione a riguardo. Anzi, la storia recente ci ha raccontato che questo risultato è stato ostacolato e non poco da tanti e anche da chi oggi torna a proporsi nelle due Città come paladino del nulla. Non abbiamo bisogno – scandisce il Presidente del CCI – di nessuna garanzia. L’iter è limpido ed è stato già ampiamente chiarito nella proposta di Legge che ora andrà solo ratificata, con coerenza, dall’Assemblea regionale».