«Gioia Tauro tra cinque anni deve diventare un punto di riferimento non solo nella piana, ma anche nella provincia di Reggio Calabria». È ambizioso Raffaele D’Agostino, il candidato a sindaco di Gioia Tauro, e per questo motivo guarda al futuro con ottimismo, nonostante il difficile momento storico che la città del porto sta vivendo. Ieri sera da palazzo Fallara, l’ex vicesindaco di Giorgio Dal Torrione ha lanciato ufficialmente la sua campagna elettorale. D’Agostino ha deciso di riprovare la corsa a palazzo Sant’Ippolito sostenendo di avere idee chiare su come fare ripartire la città.

 

«Il rilancio di Gioia Tauro – ha dichiarato D’Agostino – passa sicuramente attraverso un cambio radicale del concetto di gestione di un ente pubblico. L’amministrazione comunale deve essere prima di tutto autorevole e competente, perché deve sapere governare la città, ma anche rappresentarla al meglio ai tavoli della politica».

 

Prima di parlare di progetti, però, il candidato a sindaco ha detto che bisognerà affrontare i problemi più stringenti, come il degrado e la questione legata alla raccolta della spazzatura. Gioia è, infatti, uno dei pochi centro della piana che non ha un sistema di raccolta differenziata.  

 

«Purtroppo – ha sottolineato il candidato a sindaco – ci sono problemi che vanno affrontati e che faremo sin da subito dopo esserci insediati. Noi, però, al tempo stesso ci poniamo alcuni obiettivi a media e a lunga scadenza che vogliamo realizzare per dare corpo e sostanza al rilancio della città». Obiettivi che dovranno essere supportati da una solida base economica che, in questo momento, solo i fondi comunitari possono offrire.

 

«I soldi ci sono – ha affermato D’Agostino – basti pensare che la Regione Calabria, nei sei anni dal 2014 al 2020, ha avuto a disposizione 3 miliardi e ne ha spesi solo il 3%, la cosa ci deve fare pensare. Gli enti locali devono sapere programmare e attrarre finanziamenti». Quello della progettazione è un tasto dolente a Gioia Tauro, dove il personale comunale è risicato, così come altrove. D’Agostino, però, sostiene di avere già chiaro come risolvere il problema.

 

Intanto, però, a una domanda importante bisogna dare una risposta: D’Agostino, come intende coniugare la gestione di ingenti risorse economiche con la presenza asfissiante delle ‘ndrangheta a Gioia Tauro? Una presenza ricordiamo che ha portato, due anni fa, allo scioglimento per mafia.

 

«Noi avremo un’interlocuzione costante con prefettura e forze di polizia – ha concluso D’Agostino - non come è avvenuto in passato, anni in cui la città è stata criminalizzata e delegittimata, ma adottando dei sistemi attraverso i quali tenere sotto controllo quei pochi, sparuti, criminali, che ancora insistono in questa città».

 

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