Lo scontro istituzionale sulla fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero dai territori si sta spostando in consiglio regionale. La differenza di posizioni fra la maggioranza di centrodestra e il centrosinistra trova la sua rappresentazione plastica in due diverse iniziative legislative, di segno diametralmente opposto.

La maggioranza, primo firmatario Pietro Molinaro (Lega), ha presentato una proposta di legge cosiddetta “omnibus” che va a modificare ben 15 precedenti leggi regionali. Fra queste c’è anche quella che disciplina i processi di fusione. La nuova legge aggiunge solo una parolina “consultivo” che però ha un effetto dirompente. Di fatto neutralizza la volontà dei territori, dando carattere appunto consultivo alle delibere dei rispettivi consigli comunali e al successivo referendum. In base allo spirito della legge, quindi, la Regione guida, in maniera centralistica, i processi di fusione.

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Di questa proposta si è discusso stamattina nel corso della prima commissione. In proposito molto duro è stato il consigliere Antonio Lo Schiavo. Questi ha definito la legge omnibus una legge politica. «Questa legge non ha una sola paternità - ha detto il consigliere di minoranza - ma è l’ennesimo atto di arroganza di una maggioranza che vuole forzare la mano e mette dentro questa legge un po’ di tutto. Si va da una nuova definizione di imprenditori agricoli, dall’aumento dei compensi per i vertici di Arpacal fino alla fusione. Il tutto senza la possibilità di un confronto con la minoranza. Come dire… i numeri li abbiamo, voi parlate quanto volete. Ma io sinceramente sono in imbarazzo perché non riesco ad immaginare che tipo di contributo tecnico e politico si può dare in consiglio rispetto ad un atteggiamento di questo tipo».

«Voglio poi sottolineare - ha aggiunto Lo Schiavo - la parte che riguarda la legge sulla fusione dove il ruolo dei cittadini e dei consigli comunali viene di fatto azzerato. Allora io capisco che c’è in ballo una fusione importante per la Calabria, che riguarda tre città di un certo peso. Ma qua stiamo dettando le regole generali anche per il futuro. Non possiamo piegare una legge alla contingenza. Io sono sempre stato disponibile al confronto e dialogante, ma certo non posso esserlo con chi non vuol parlare. Per cui invito la maggioranza a ritirare questa legge».

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Difficile che questo accada perché come scrivevamo prima non è questa la sola proposta di modificare l’impianto della legge regionale sulle fusioni. Anche il centrosinistra ne ha presentato una, a firma dello stesso Lo Schiavo e di Davide Tavernise (M5s). L’obiettivo è quello di prendere in contropiede il centrodestra. La legge di Lo Schiavo e Tavernise, infatti, ha una filosofia diametralmente opposta a quella che ha in testa la maggioranza ed esalta il ruolo dei territori. In primo luogo prevedendo che il referendum di fusione si considera valido solo se vince il sì in tutte le comunità interessate.

Evidentemente si cerca di correggere il tiro per tutelare i comuni più piccoli che potrebbero venire “annessi” a prescindere dalla loro volontà. Non è un caso di scuola. Proprio questo è successo nel processo di fusione di Casali del Manco nel 2017. Spezzano piccolo disse no alla fusione, ma senza successo perché poi venne assorbito anch’esso nella municipalità di Casali del Manco. La seconda modifica è che quando la proposta di fusione arriva dalla Regione, come sta succedendo per Cosenza, Rende e Castrolibero, si deve chiedere un parere obbligatorio ai comuni interessati. Infine il terzo punto è l’introduzione di uno studio di fattibilità tecnico-economico che gli uffici della Regione debbono obbligatoriamente redigere prima di arrivare alla fusione per capirne il rapporto costi/benefici soprattutto con riferimento all'armonizzazione dei bilanci.

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Lo scopo abbastanza dichiarato del centrosinistra è quello di rendere i territori protagonisti dei processi di fusione fra comuni. Non sappiamo quale delle due ipotesi prevarrà. Intanto la legge omnibus dovrebbe venire discussa in consiglio lunedì prossimo. I numeri sono tutti dalla parte della maggioranza, ma l’opposizione ha già annunciato battaglia.