Tra fine ottobre e inizio novembre la proposta di legge per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero approderà in Consiglio regionale. È quanto si apprende da ambienti del centrodestra che spingono affinché la partita si chiuda con una certa celerità per passare poi alla fase successiva. Vale a dire all’indicazione della data del referendum consultivo.

La I Commissione per gli Affari istituzionali di cui è presidente Luciana De Francesco di Fratelli d’Italia, tuttavia, deve ancora concludere il proprio ciclo di audizioni. Franz Caruso non ha partecipato a quella a cui era stato inizialmente invitato, ma ha fatto sapere che si presenterà nell’ultima calendarizzata. Non sarà l’unico big che prenderà la parola, perché è atteso anche un dirigente ministeriale esperto in trasporto pubblico locale.

Spiegherà i vantaggi che deriverebbero dall’avere un unico gestore per il nuovo comune, a sostituzione dei tre attualmente operanti sul territorio. L’area da coprire diventerebbe ampia: dall’estremo nord al confine con Montalto alla zona sud, per la quale c’è il timore di un abbandono in termini progettuali e di collegamenti. La connessione tra le tutte le periferie dell’area urbana sarà la prima sfida da vincere.

Lo studio di fattibilità finanziario

Uno dei principali punti interrogativi legati alla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero è legato alla sostenibilità economica. Palazzo dei Bruzi è un Comune in dissesto e lunedì si è riunita la Cosfel, la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali. Le indiscrezioni trapelate, sulla scorta di quanto avvenuto già a Vibo Valentia, sono positive e si attende il decreto con cui il Ministero indicherà le misure necessarie al risanamento e da seguire pedissequamente.

Di pari passo, ben consci di questi passaggi effettuati dall’amministrazione, i nove consiglieri cosentini di centrodestra della Regione firmatari della proposta di legge hanno commissionato uno studio di fattibilità. Lo sta realizzando un esperto del settore, vale a dire il professore Luigino Sergio, esperto in direzione e governo degli enti locali e già direttore generale della Provincia di Lecce e del Comune di Galatina. Al momento ricopre anche il ruolo di responsabile tecnico del Coordinamento Nazionale Fusione di Comuni (FCCN), il cui presidente non si era espresso positivamente sulla proposta di legge. Fatto sta che, oltre a Cosenza in dissesto, c’è da tenere in conto anche la situazione di Rende dove i commissari si sono insediati dopo lo scioglimento per mafia.

Pierluigi Caputo (Forza Italia), in una recente intervista rilasciata al nostro network, si era espresso così a riguardo: «Il dissesto non incide in quanto i debiti da dissesto sono gestiti dall’organo straordinario di liquidazione e non hanno peso sulla gestione corrente. Infatti il comune di Cosenza nel dopo dissesto ha dovuto approvare un bilancio stabilmente riequilibrato. Evidentemente senza i crediti ed i debiti della passata gestione». 

Barricate a Cosenza, Orlandino Greco si ammorbidisce

L’esito del voto in Consiglio, pressoché scontato al netto della schiacciante maggioranza che vanta Roberto Occhiuto nell’assise
regionale, è probabile che implicherà un immediato ricorso da parte di Palazzo dei Bruzi. La fusione è considerata forzata e senza un adeguato coinvolgimento dei cittadini e degli amministratori.

Intanto si è ammorbidita la posizione di Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero. «Intanto vediamo cosa dirà l’esperto - ha evidenziato -. Sono del parere che se ci saranno le condizioni di uno studio di fattibilità veritiero, lo valuteremo. Ho sempre detto che saranno i cittadini su carta, su proposte concrete, a decidere. Se dovessero esserci delle novità interessanti derivanti dallo studio di fattibilità non avrei nessuna preclusione. Qualcuno dovrà dirci se c’è compatibilità economica e strutturale e se i comuni, alla fine della partita, potranno garantire un miglioramento delle condizioni di vivibilità».