Domenica 24 novembre, o molto più probabilmente, domenica 1 dicembre. Sarà questa la data di indizione del referendum sulla fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero che a giorni il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, dovrebbe comunicare.

Secondo alcune indiscrezioni lo si è deciso ieri nel corso di una riunione, tenuta a latere del consiglio di Palazzo Campanella, alla quale hanno partecipato i consiglieri regionali dell’area cosentina di entrambi gli schieramenti nel clima bipartisan che sta caratterizzando quest’ultimo tratto dell’iter della fusione.

La riunione si è svolta anche per concordare la presentazione dell’emendamento alla proposta di legge del centrodestra che sposta la data della fusione al 2027 in luogo del primo febbraio 2025 come previsto dal testo depositato. L’ordine del giorno è stato firmato non solo dai due consiglieri dem Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci, ma anche dai consiglieri e capigruppo di centrodestra Comito, Crinò, De Francesco, De Nisi, Gelardi, Graziano e Caputo, Come abbiamo già scritto, l’emendamento, secondo quanto si legge nel testo, «si rende necessario in quanto la data prevista per l’istituzione del nuovo Comune appare troppo a ridosso della conclusione dell’iter legislativo. Lo slittamento al primo febbraio 2027, rispetto al primo febbraio 2025 risulta congruo per la definizione di un percorso utile alla pianificazione, all’adeguamento, al coordinamento, al consolidamento e all’armonizzazione delle procedure del processo di integrazione».

Sembrano quindi due i punti fissi del percorso di fusione. Da un lato il referendum e subito dopo l’approvazione della legge di fusione a far data dal 2027. Ma su questo ultimo punto c’è chi manifesta qualche dubbio perchè nel 2027 si rischia un vero e proprio ingorgo elettorale. A fine 2026/inizio 2027 si dovrebbero tenere le Regionali; in autunno 2027 le Politiche. Sarà possibile inserire anche elezioni comunali di questa portata?

C’è chi dice che non sarà così prevedendo un ulteriore slittamento della data. Anche perché il centrodestra dopo aver accelerato forte, non ha più mostrato particolare fretta. Non a caso ha accolto a braccia aperte la proposta del Pd di rinvio della fusione più per convenienza interna che per garbo istituzionale. Se questa ipotesi rispondesse al vero allora si aprirebbero nuovi scenari politici con la possibilità di votare anche a Rende in giugno prossimo con il futuro sindaco che avrebbe davanti un arco temporale che gli permetterebbe di andare oltre il ruolo del semplice traghettatore della fusione.