"Il futuro della Sibaritide e di questo territorio non può essere compromesso, ancora una volta, dalla volontà colonialistica di Cosenza, oggi camuffata sotto le spoglie di pseudo consulenti che hanno solo portato nocumento alle sorti politiche e amministrative di quest’area. C’è un disegno contro la fusione tra Corigliano e Rossano, ben architettato da chi non vuole che quest’area della Calabria cresca e conseguentemente possa ritornare a rivendicare con maggiore diritto i servizi che da anni le sono negati. E sia chiara una cosa: ogni dubbio, perplessità, incertezza sulla fondatezza dell’iter referendario è atto di depistaggio mediatico mirato ad ostacolare il processo di unificazione delle due municipalità. Non c’è nulla che possa bloccare il Referendum del 22 Ottobre".

 

È quanto sostiene l’avvocato Antonello Gianzi, co-promotore - insieme a Gisella Santelli e Savatore Martilotti – del Comitato “Corigliano per il Sì” e già assessore al Bilancio della Giunta Geraci.

 

"Essere dalla parte del Sì non significa solo credere in un progetto di crescita sinergico, omogeneo e finalmente decisivo con Rossano quanto vorrebbe dire schierarsi apertamente ed in modo chiaro dalla parte di chi vuole difendere questo territorio dalle incursioni dei poteri forti cosentini. La Sibaritide, Corigliano e Rossano fanno gola per il loro potenziale economico ed elettorale ed una ritrovata compattezza nel concreto progetto di fusione delle due città strategiche fa paura a quanti, domani, si ritroveranno a dover riconoscere tutta quella serie di diritti e servizi che negli anni sono stati negati".

 

Ecco, allora, "perché serve un convinto Sì. Non ci sono clausole particolari che possano mettere a rischio il referendum. Ormai a cadenza giornaliera – precisa Gianzi - registriamo le posizioni di qualche esponente istituzionale o, ancora, di taluni consulenti del nostro comune che ci mettono in guardia sull’illegittimità dell’iter referendario e, da ultimo, anche sulla presunta incostituzionalità della normativa che regola le consultazioni plebiscitarie. Facciamo chiarezza. Il Referendum del 22 Ottobre si svolgerà nelle more della legge regionale 13/83, recentemente modificata nell’articolo relativo ai tempi di convocazione dei comizi elettorali e di indizione dei referendum popolari. Modifica, quest’ultima, contro la quale il Governo nazionale, competente, non ha sollevato alcuna obiezione di incostituzionalità. Così come sembra un’operazione di dissuasione e infiacchimento quella di voler introdurre a tutti i costi il quorum al referendum consultivo; azione posta in essere – probabilmente con il suggerimento dei soliti consulenti che riappaiono sempre in queste occasioni - dai Consiglieri regionali da Orlandino Greco e Franco Sergio. Con quest’ultimo che rispetto alla fusione Corigliano-Rossano sembra, addirittura, aver assunto un atteggiamento cangiante".

 

"Vogliamo e dobbiamo essere noi e solo noi, cittadini di Corigliano e Rossano, ad essere artefici del nostro destino e ad esprimerci su di esso. Senza ingerenze esterne o pareri di questo o quel consulente, tra l’altro chiamati a svolgere ben altro ruolo, che esula dalle vicende della fusione. Il Referendum è un atto democratico e di partecipazione riservato esclusivamente a chi, domani, dovrà continuare a vivere e lottare in questo territorio. Non ci servono suggeritori ma dobbiamo rispondere in totale libertà alla nostra coscienza civica e scegliere. Se si opera correttamente in questo modo crediamo che, alla fine, il risultato referendario sarà del tutto scontato".