«La fusione dei Comuni? Un oltraggio alla democrazia». Lo afferma il sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco che sottolinea: «Il consiglio regionale della Calabria ha dato mandato al presidente Occhiuto di indire il referendum consultivo sulla proposta di fusione delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero, sulla base di un progetto di legge di iniziativa di pochi consiglieri regionali di poche pagine e che vedrebbe estinguere i tre enti nel febbraio 2025».

Per il primo cittadino si tratta di «un percorso reso difficile dal peggiore consociativismo politico. Mai così capace di distruggere storie e culture cittadine per proteggere l’interesse di taluno e per investire nella trasformazione della libera cittadinanza bruzia in un gregge. Le persone devono riconquistare la centralità nell’esercizio delle scelte soprattutto nei processi di fusione dove proprio loro, i cittadini, supportati da approfonditi studi dovrebbero essere i protagonisti del loro futuro. Ecco perché diciamo No alla fusione che mortifica i cittadini, disconosce l’autonomia locale, inaugurando un nuovo e prepotente centralismo regionale. Lo realizza con la complicità di tutti i partiti presenti in regione, fatta eccezione per i 5stelle».

Per il sindaco Greco, «ciò che sta accadendo è gravissimo. Si calpestano i diritti fondamentali, si manda al macero il futuro dei giovani che si troveranno senza il riferimento storico delle loro famiglie e della loro crescita, diventando “immigrati” in casa propria. In una nuova realtà urbana destinata a stravolgere la loro vita. Cosenza è da salvare così com’è. Deve ripianare i debiti che altrove è difficile persino immaginare. Deve, attraverso l’Unione con i Comuni limitrofi (tutti), generare un insieme di servizi, sfuggendo ai drammi che la Città di Telesio vive (caso Amaco in primis, con responsabilità delle quali nessuno parla e con conseguenze di risanamento che cadranno nella città esito della fusione). Il tutto con un insieme complice del disastro, che renderà la gente, soprattutto i cosentini, vittime perenni, figli senza futuro».

L’analisi prosegue: «Il percorso realizzato insieme dalle forze politiche in Regione:

  1. ha impedito la possibilità per Comuni fusi di tornare attraverso una legge di iniziativa popolare ai comuni originari se non dopo 15 anni dalla data di fusione,
  2. ha eliminato la obbligatorietà delle delibere dei consigli comunali soggetti a fusione necessarie per avviare l’iter di fusione
  3. ha reso il referendum obbligatorio una farsa, inutile per situazioni come quella di Castrolibero,
  4. ha dato mandato al governatore di indire il referendum su una proposta legislativa di poche pagine che estingue i 3 Comuni per costituirne uno nuovo annullando ogni traccia identitaria storica sociale e culturale dei singoli centri,
  5. ha raggiunto il primato, tutto calabrese, della prima proposta di fusione dal dopoguerra ad oggi contro la volontà dei sindaci e dei consigli comunali,
  6. ha creato i giusti presupposti per sciogliere qualsivoglia Comune della Calabria fondendoli con altri vicini senza nessuno ostacolo legislativo amministrazione o politico,
  7. ha individuato i possibili nomi della città fusa senza però uno studio di fattibilità su quello che sarà in relazione: alla permanenza o meno dei municipi, alla compatibilità economica e finanziaria atteso l’enorme debito del comune di Cosenza certificato con un dissesto finanziario milionario, alla compatibilità urbanistica, sociale, ambientale, dei contratti in essere per servizi e forniture e della tassazione.
  8. ha voluto fare un’operazione di palazzo per mascherare chissà quali e quanti misfatti compiuti».

 

«La libertà costa. Saremo al fianco dei cittadini che vorranno dire no a questo atto di violenza legislativa attraverso una durissima battaglia politica ma anche giuridica. Sono già pronto come sindaco ad affidare ad un team di costituzionalisti, amministrativisti e avvocati il caso», chiosa infine Greco.