«Relativamente all’ ipotesi di reato che mi viene contestata e che negli ultimi giorni circola a mezzo stampa, penso sia arrivato il momento di condividere alcune mie riflessioni». Lo scrive in una nota il sindaco di Acri, Pino Capalbo, indagato per il reato di corruzione dalla procura di Paola nell’inchiesta che vede coinvolto anche l’ex consigliere regionale del Pd Giuseppe Aieta.

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«Non si può essere garantisti il lunedì e giustizialisti il martedì. Per fortuna viviamo in un Paese in cui vige lo stato di diritto: presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio. Ma non è così per alcuni, che si ritrovano garantisti quando le vicende giudiziarie riguardano se stessi o persone vicine, giustizialisti quando riguardano gli altri» aggiunge Capalbo.

«Un avviso di garanzia, una richiesta di misura cautelare peraltro rigettata (per come si legge e leggo dalla stampa), un eventuale rinvio a giudizio non determina alcuna responsabilità penale, che dovrà essere accertata con una sentenza definitiva emessa da un giudice terzo» evidenzia il sindaco di Acri.

«Per cultura personale e giuridica non ho mai commentato o ricordato le vicende giudiziarie di altri, non lo farò adesso. I cittadini di Acri mi hanno riconfermato sindaco sei mesi fa – nonostante questa vicenda giudiziaria fosse nota sin dal febbraio 2020 – sulla base dei risultati amministrativi raggiunti. Aspetterò, come prevede la norma, l’avviso di conclusione delle indagini per poi chiarire dinanzi alla magistratura la mia assoluta estraneità a quanto mi viene contestato. Bisogna avere fiducia nella giustizia e nei giudici.

«Per dovere di cronaca: la vicenda giudiziaria non riguarda le mie funzioni da sindaco, ma il ruolo di collaboratore che ho ricoperto nello staff dell’Onorevole Giuseppe Aieta, e che ha carattere fiduciario. La storia personale di ciascuno di noi è nota. Continuerò, per quanto questa vicenda possa sicuramente essere dolorosa, ad onorare la mia funzione di primo cittadino, mantenendo come faro l’osservanza delle norme ed a concepire la politica come servizio, non avendola mai piegata ad interessi non legittimi. Ringrazio tutti coloro che mi hanno manifestato solidarietà e vicinanza, compresa la maggioranza consiliare del Comune di Acri» conclude Capalbo.

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