Accelerazione nella crisi interna a Forza Italia che potrebbe determinare una nuova scissione. A quanto pare Giovanni Toti sarebbe pronto a ufficializzare l’addio al partito già lunedì prossimo o, comunque, non oltre giovedì 1 agosto quando, con grande ritardo, è stato convocato il “tavolo delle regole” da Antonio Tajani.

Il governatore della Liguria avrebbe avuto ulteriore conferma della chiusura totale da parte di Silvio Berlusconi ad ogni forma di primarie per la scelta del leader. La principale delle richieste di Toti sulla quale avrebbe dovuto reggersi “la rivoluzione d’ottobre, per come lo stesso presidente della Regione Liguria l’aveva definita in occasione della kermesse al teatro Brancaccio di Roma.

Se l’obiettivo è quello di prendere tempo si rompe subito” il messaggio che Toti sta ribadendo ai suoi più stretti collaboratori. Anche perché, considerata l’attuale instabilità del governo giallo-verde, non c’è più tempo da perdere per andare a costruire un nuovo soggetto politico. Toti considera Forza Italia morente, soprattutto senza l’avvio di radicali riforme nell’organizzazione, e vuole costruire un soggetto alternativo in grado di costruire un centrodestra vincente insieme alla Lega di Matteo Salvini e a Fdi di Giorgia Meloni. Un centrodestra in grado di staccarsi dal padre-padrone Berlusconi che ormai “non ha più i voti”, almeno per quel che sostengono i totiani.

 

 

Musica per le orecchio di Tonino Gentile e Piero Aiello e di tutto il gruppo dei calabresi “dissidenti” che hanno preso parte, ancora da semplici osservatori, alla convention del Brancaccio. Ma che adesso sono pronti a seguire Toti verso il nuovo cammino, sia che lo stesso porti ad un soggetto politico autonomo che ad una affiliazione con Giorgia Meloni, con la quale è comunque ripreso un intenso dialogo. Del resto le posizioni assunte da Piero Aiello in Calabria in vista delle regionali aderiscono perfettamente a quelle di Toti su scala nazionale: servono le primarie per la scelta del candidato governatore del centrodestra. Magari anche per una candidatura alternativa, non sgradita ad Fdi e Lega, che potrebbe essere quella del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo.

Si tratta, con tutta evidenza, di uno scenario che indebolisce ancora la candidatura di Mario Occhiuto e la gestione di Jole Santelli che continua ad avere sponda nell’altro coordinatore nazionale Mara Carfagna.

 

 

Anche perché, sottolineano all’interno di Forza Italia che dovesse andar via Toti cadrebbe anche la nomina della Carfagna, essendo i due stati nominati insieme. Il che vorrebbe dire spazio nuovamente per Antonio Tajani e ad un clima di restaurazione. Del quale deve avere avuto sentore, a Reggio Calabria, il senatore Marco Siclari, creatura politica di Tajani, che con una dichiarazione piuttosto sibillina ha annunciato che prenderà parte alle prossime riunione per la scelta del candidato sindaco. Come ad immaginare un depotenziamento del ruolo di Francesco Cannizzaro che fin qui ha retto le redini delle operazioni, con risultati relativi considerata l’opera di boicottaggi messa in atto da Lega e Fdi.

 

Riccardo Tripepi

 

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