L’iniziativa è elettorale ma, essendo Taurianova città di “un caso” spinoso nel centro destra, Fratelli d’Italia non rinuncia a fare anche chiarezza politica. E Wanda Ferro, intervenuta assieme ai candidati Fausto Orsomarso, Giovanna Cusumano, Giovanni Calabrese e Alfredo Antoniozzi, nell’ex mercato del pesce gremito come non mai, tira la rete e raccoglie applausi, rispetto alle spine affiorate nel capoluogo di provincia. E se per la situazione cittadina, dove i meloniani sono all’apposizione dell’unica giunta comunale leghista e calabrese, la leader vince facile – garantendo che a «Roma, grazie alla leadership Meloni, la coalizione sarà compatta» - per quanto riguarda Reggio Calabria la comunicazione si è fatta più chirurgica.

Ferro richiama «l’amarezza provata per alcune prese di posizioni, anche scomposte» che ha letto sui social da parte di varie figure pubbliche della destra cittadina, e spiega. «Giorgia – sostiene – ha scelto Cosenza, e non Reggio, perché quella era l’unica città dove non aveva fatto un comizio all’aperto, e perché il giorno dopo doveva correre in Molise».

Ma non è solo geografica l’opzione scelta per recuperare l’entusiasmo di una federazione scontenta per la mancata candidatura del capogruppo regionale Giuseppe Neri, e di fronte ad una platea in cui tra gli altri si sono notati Agliano e Scarfone, due figure centrali nell’epoca del sindaco Scopelliti. Ferro va oltre e vuole confutare, per via giudiziaria, la teoria della freddezza. «Molti dicono che Giorgia ha paura di venire a Reggio – argomenta – ma anche questo è destituito di fondamento. Giorgia non ha paura, anche se vi sono stati, come in tante altre parti d’Italia, degli incidenti di percorso che ci hanno amareggiato molto: ma noi non siamo giustizialisti come i 5 stelle, per questo auguriamo che ogni cosa venga chiarita».

Sistema così una federazione turbolenta che, dopo il commissariamento successivo all’arresto dell’ex consigliere regionale Creazzo, ribolliva alla lettura dei nomi dei candidati al Parlamento. «Noi siamo rispettosi del segreto istruttorio – conclude, senza fare nomi e senza specificare se si riferisca al passato, presente o al futuro – e non abbiamo fonti riservate che ci passano notizie su indagini».

Il resto della serata, col sociologo taurianovese Antonio Marziale a smistare il traffico degli interventi, è stato una carrellata di candidati, a cui si è aggiunto anche l’europarlamentare Vincenzo Sofo, senza sfuggire all’ultima questione politica di una classe dirigente che, mentre aspetta il risultato delle elezioni, a Catanzaro governa già.

«L’indicazione di non fare campagna elettorale con gli atti di giunta – risponde l’assessore meloniano Orsomarso – non è stata imposta dal presidente Occhiuto, anche perché questo normale indirizzo che in Calabria non era mai stato messo nero su bianco, vale per tutti e anche per lui».

Cosa dovrà fare il governatore nel caso in cui, come sembra certo, l’assessore cosentino dovesse arrivare a Roma? «Essendo Occhiuto un politico – risponde Ferro – non ho dubbi che per sostituire Fausto sentirà le indicazioni del partito e non farà di testa sua».