La butta sul tecnicismo Giuseppe Neri, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia. Il giorno dopo  il consiglio regionale ad alta tensione creata dal dibattito sulla legge omnibus la parola d’ordine fra i meloniani è la manzoniana sopire, troncare. Eppure il problema politico c’è stato eccome con Fratelli d’Italia che nel corso di una manciata d’ore è passata dal voto contrario, all’astensione al voto a favore.

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«C’erano alcune questioni che non ci convincevano a fondo perché per noi i territori devono rimanere sovrani nella scelta delle fusioni. La legge apre un problema nel momento in cui affida l’iniziativa ai consiglieri regionali. Abbiamo però chiesto un parere all’ufficio legislativo che ci ha confortati sul ruolo dei cittadini nel processo. Dopo le rassicurazioni del presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha la norma verrà rivista nelle prossime settimane abbiamo dato il nostro assenso alla legge. Non c’è quindi alcun problema politico, al massimo un problema tecnico di interpretazione della norma che attualmente offre due diverse interpretazioni. Non ho la competenza giuridica per capire quale delle due sia valida ma abbiamo avuto l’ok dell’ufficio legislativo».

Però lei è fra i firmatari della omnibus. Ha firmato qualcosa di cui non era convinto?
«No in realtà i dubbi sono maturati successivamente alla prima stesura della norma».

Guardi l’Anci vi aveva chiesto di soprassedere, l’opposizione è uscita dall’aula, il consigliere Talerico si è astenuto, fra voi serpeggiavano dubbi. Perchè la maggioranza è andata avanti come un treno?
«Perché la legge omnibus conteneva una serie di norme particolarmente importanti, non solo quella della fusione. Bloccare tutto per un articolo sarebbe stato anche pericoloso visto che le norme sono tutte collegate una all’altra. Ci siamo confrontati anche con il presidente Occhiuto il quale ci ha manifestato l’interesse a portare a casa la omnibus delegando al consiglio ogni decisione rispetto all’articolo sulle fusioni. Questo per ribadire ancora una volta che si è trattato di un problema tecnico, niente che abbia a che fare con la politica o peggio ancora con la tenuta della maggioranza».

Eppure il senatore Fausto Orsomarso, dal lontano Lussemburgo, si è preso la briga di invitare i consiglieri regionali a non votare questa norma. Questo è fatto politico inconfutabile che dimostra uno scollamento, quanto meno, fra un pezzo del partito e il gruppo consiliare che si è mostrato filogovernativo. In effetti non poteva essere diversamente visto che il provvedimento è stato ampiamente trattato nella prima commissione, di cui è presidente la meloniana Luciana De Francesco. La commissione ha svolto diverse audizioni e mai un dubbio è stato sollevato. D’Altronde lo stesso Neri è fra i firmatari della legge. Come si spiega allora questo cortocircuito? Il senatore Ernesto Rapani, ovviamente, minimizza.
«La linea del partito è chiarissima. Avevamo chiesto di stralciare l’articolo sulle fusioni per un approfondimento. Il presidente del consiglio Mancuso ci ha assicurati che questo avverrà per cui abbiamo votato a favore. Orsomarso è in Lussemburgo, non ha nemmeno partecipato al direttivo regionale, definirei la sua una iniziativa personale».

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Difficile da credere che uno con l’esperienza di Orsomarso si sia lanciato senza rete in una vicenda così delicata. Al di là delle dichiarazioni formali, infatti, i retroscenisti parlano di una chat davvero rovente fra i rappresentanti di FdI, una tensione che si è mostrata plasticamente durante il consiglio con Montuoro che ha seguito in piedi l’intervento del suo capogruppo Giuseppe Neri. Fra l’altro per capire l’importanza che il centrodestra dava a questa partita basti pensare che ieri al presidente Mancuso sono arrivate due lettere da parte della Straface e Gentile per giustificare le loro assenza. La Straface, però, ad un certo punto della serata è riapparsa in aula.

Tornando a Fratelli d’Italia, personale o no la posizione del senatore cosentino, il problema resta. Ieri abbiamo titolato della vittoria di Occhiuto su Orsomarso, ma bisogna vedere cosa succederà in futuro, se questa pallina di neve produrrà una valanga. Il punto sta tutto nell’influenza che Orsomarso riesce ad esercitare nel partito e nel gruppo consiliare. È noto che i suoi rapporti con Occhiuto non siano proprio idilliaci. Non solo per le polemiche nate sul marketing territoriale varato da Orsomarso nelle sue vesti di assessore regionale al Turismo, ma soprattutto per la mancata nomina di Angelo Brutto, fedelissimo del senatore, ad assessore regionale. Insomma la partita non è finita mica qua perchè qualcuno ricorda che tutte le rivoluzioni sono nate dal coraggio di un singolo che si è alzato a protestare.