Intervista al sindaco sullo sforzo che sta mettendo in campo l'esecutivo per rilanciare la città dopo la crisi sanitaria: «Stiamo preparando un documento che si dipana in quattro step: economico, delle attività produttive, del sociale e di ascolto e programmazione»
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«Siamo alle prese con un po’ di cose da fare. E le facciamo tutte, come un rosario, una dopo l’altra come l’ave Maria». Con una metafora e una battuta il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, riassume le giornate intense di una fase 1 archiviata ed una fase 2 che sta entrando nel vivo. Superato lo spavento della crisi sanitaria, che comunque «non è affatto finita», ora si fanno i conti con l’incubo del baratro economico. Superfluo evidenziare che l’impatto su Vibo Valentia può essere fatale. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Sindaco, come giudica l’atteggiamento dei cittadini in questo “nuovo inizio”?
«Il primo giorno di “apertura” c’è stato una sorta di assalto alla diligenza, ad esempio, sul parco urbano, tanto che avevo meditato di chiuderlo. Ma nei giorni successivi mi è sembrato che la gente rispettasse le regole. Del resto la Calabria va assestandosi in un R pari quasi a zero e non possiamo non tenere conto della migliore situazione calabrese rispetto ad altre regioni. Ovvio che questo non significa un “libera tutti”, dobbiamo continuare a mantenere gli atteggiamenti di prudenza con i quali dovremo imparare a convivere: guanti, mascherine, distanza».
Vede cambiamenti nell’atteggiamento dei cittadini?
«Assolutamente sì. Le racconto un episodio che può sembrare banale ma che dà la cifra di questo cambiamento. Ho sentito un vociare stamattina fuori dalla mia finestra. Un signore aveva buttato dei guanti per terra, ed una signora dietro di lui lo ha redarguito pesantemente in dialetto: i guanti li butti a terra a casa tua ma non qui, gli ha detto. Questi atteggiamenti sono un segnale preciso di come stia maturando un nuovo senso civico e della responsabilità collettiva. I vibonesi meritano fiducia e rispetto».
Sul fronte della ripresa, invece, cosa sta facendo il Comune di Vibo?
«Stiamo preparando un documento che si dipana in quattro step: economico, delle attività produttive, del sociale e di ascolto e programmazione. Da qui nasce quello che faremo per la fase due a Vibo Valentia. Ci siamo attivati per tempo per non farci trovare impreparati. Abbiamo già avviato da metà aprile un confronto con tutte le associazioni di categoria e i sindacati, per capire di cosa possono avere bisogno e cosa possiamo fare noi come ente. Tutto questo sfocerà in un documento - curato in larga parte dall’assessorato alla Pianificazione strategica guidato da Primerano - che sarà la carta della programmazione vera e propria di ripartenza della città, con un motto: ripartire sani, ripartire tutti».
Sul commercio quali sono le novità?
«È allo studio un mini regolamento, che stiamo definendo, per concedere il suolo pubblico in maniera raddoppiata o triplicata per chi già lo aveva, o che permetta di chiedere uno spazio gratuito a chi non lo aveva. La Cosap sarà azzerata dal primo marzo al 31 dicembre. Le strisce blu sono state sospese fino al 30 giugno, anche la tassa di soggiorno è stata sospesa. Stiamo procedendo alla rivisitazione dei canoni concessori degli immobili comunali per il periodo di emergenza; questi immobili, penso ad esempio alle strutture sportive, sono rimasti fermi e quindi è giusto che venga rivisto il canone. Poi sono allo studio altre misure».
E i tributi, su cui incalza anche il Partito democratico?
«Qui serve chiarezza. Noi non abbiamo mandato nessun avviso di pagamento di tributi in questa fase. Per carità, ognuno può chiedere ciò che vuole, il Pd fa quel che vuole. Stamattina dà notizia sui quotidiani di una campagna d’ascolto con le categorie, noi ne abbiamo fatti già tre di incontri. Ma senza polemica, dico che questa crisi ci offre delle opportunità che dobbiamo cogliere. Ho letto comunicati stratosferici e bellissimi del Comune di Napoli o di Reggio, poi ho visto che erano completamente inconsistenti: hanno amplificato sul loro territorio quello che diceva il governo. Io non prendo in giro i miei concittadini. La verità è una: noi non abbiamo mandato nuovi avvisi di pagamento per tributi, per nessun tributo comunale. Quello che c’era in giro era stato già mandato prima dell’emergenza, e con questo riteniamo di avere di fatto sospeso la riscossione, senza sbandierarlo. Ci piace la politica del fare, non degli annunci».
Come si rilancia l’economia a Vibo Valentia?
«Ho già emanato una direttiva per mettere in moto il nostro “mini Piano Marshall”, per liberare risorse pari a circa 79 milioni di euro sulle opere pubbliche».
E sul fronte del sociale?
«Completata la distribuzione di tutti i buoni spesa, abbiamo riattivato il fondo povertà ma soprattutto abbiamo messo in moto una misura che era ferma da qualche anno: il sostegno agli affitti delle case, e in più stiamo cercando di partecipare al bando per la morosità incolpevole. Inoltre, abbiamo disposto l’accelerazione dei pagamenti verso tutti i creditori dell’ente».
Sul piano politico, che supporto ha avuto dalla sua maggioranza, se lo ha avuto?
«Questo documento che stiamo elaborando è frutto di una fase di ascolto con parti sociali e associazioni, ma anche di un confronto nella giunta che abbiamo avuto nel corso di una riunione fiume; poi abbiamo interessato i nostri uffici, ascoltando anche loro. Infine siamo passati all’audizione dei gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, approdando poi in consiglio comunale. Abbiamo approntato una road map: fino al 15 maggio il documento approntato, e che pubblicheremo ad ore sul nostro sito, sarà fruibile da tutti, ed ognuno può farci pervenire indicazioni e osservazioni, anche i semplici cittadini. Poi dal 26 maggio, quando avremo anche piena conoscenza dei provvedimenti del governo, verificheremo le proposte arrivate ed elaboreremo il documento finale per capire in che modo attuarlo».
Come giudica la tanto discussa ordinanza della presidente della Regione Jole Santelli? Le è sembrata avventata? A Vibo non è stata attuata.
«No, non era avventata. Perché, come detto, la Calabria ha l’indice R0 bassissimo e noi abbiamo necessità di ripartire. Il governo deve fare dei provvedimenti diversi per situazioni diverse, solo così può garantire l’uguaglianza di tutti. Ciò detto, quella mattina stessa ho mandato i vigili per fare richiudere chi aveva aperto, perché i gestori di qualche bar, ad esempio, si erano limitati all’annuncio giornalistico che si poteva riaprire mentre l’allegato all’ordinanza prevedeva restrizioni enormi. Mi hanno informato di varie “furberie” e quindi ho compreso che non c’erano le condizioni. Una cosa è certa: i miei provvedimenti non sono mai avventati, ma sempre frutto di una riflessione e di consultazione».