La decisione della Cassazione nel processo Miramare non restituisce il danno subito dal primo cittadino, ma ora la città dello Stretto deve tornare protagonista
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
In molti pensavano che la conclusione naturale del processo “Miramare” arrivasse con una laconica prescrizione. I più sgamati puntavano al nodo dell’ammissibilità del ricorso presentato. Ma nessuno aveva messo in conto quella che nei fatti è un’assoluzione. Il reato di abuso di ufficio che ha impegnato per otto lunghi anni la giunta Falcomatà, i giudici, gli avvocati, i cancellieri, le guardie giurate, e così via, non solo non è stato prescritto, ma non c’è. Perché per i giudici della Suprema Corte, l’abuso d’ufficio non si è mai consumato, contrariamente a quanto stabilito dai magistrati reggini con le condanne comminate in primo e in secondo grado. Al più, fanno capire dal Palazzaccio con la decisione di ieri, si è trattato di un tentativo di abuso d’ufficio che non si è concretizzato nei fatti.