Lettera aperta del vescovo di Cassano e vicepresidente Cei in vista dell'appuntamento elettorale di inizio giugno. La preoccupazione per il «susseguirsi di notizie riguardanti politici collusi con mafiosi» e la pena per le scene di violenza nelle piazze
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Critiche per l'autonomia differenziata ma anche per le violenze viste in alcune manifestazioni contro gli studenti e per l'annoso problema della mancanza di lavoro soprattutto al Sud: sono alcuni dei temi al centro della lettera aperta ai candidati nelle elezioni europee di monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all'Jonio e vicepresidente della Cei.
«Questa mia lettera a voi è un atto politico», esordisce il vescovo, nel senso di una «piena assunzione di responsabilità di chi, come me, convinto da sempre, come avrebbe detto don Lorenzo Milani, che "il problema degli altri è uguale al mio, sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia"». Il vescovo si dice «schierato con la gente che fa fatica, dalla parte di chi è stato privato di ogni dignità e compagno di strada degli ultimi, di quanti sono costretti al silenzio, degli scomunicati, dei falliti, dei tanti che vivono ai margini».
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«Guardo queste nostre comunità nelle quali, seppur con i miei limiti e le mie fragilità, cerco di mettercela tutta» e «non posso non pensare a quanti invece il cielo non sanno più guardarlo stanchi di tante promesse non mantenute, rassegnati per i tanti treni in partenza con figli che non faranno più ritorno, sopraffatti dalle angherie del malaffare, della furbizia, della violenza criminale e della volgarità 'ndranghetista».
Quanto al dibattito politico, «non posso non annotare uno scadimento culturale e per certi versi anche etico». «Osservo con attenzione e con crescente preoccupazione - aggiunge monsignor Savino - il quotidiano imbarazzante susseguirsi di notizie riguardanti politici collusi con mafiosi, il moltiplicarsi di casi di corruzione ormai vissuta dall'opinione pubblica come una sorta di consuetudine, qualcosa a cui ci si è tristemente abituati, che non indigna più».
«E lasciate che vi consegni, infine, la mia pena e la mia tristezza per quelle scene di violenza sempre più numerose che in questi ultimi tempi stanno caratterizzando le tante piazze nelle quali i nostri giovani ovunque in Italia, e non solo, manifestano il loro dissenso e la loro contrarietà ad ogni forma di discriminazione, di guerra, di aggressione all'ambiente». Il vescovo, citando padre Ernesto Balducci, chiede dunque ai candidati: «Abbiate come sola premura che le coscienze delle persone non diventino subordinate a voi. Rifuggite piuttosto da certa politica clientelare che alimenta il desiderio di dipendere, di consegnarsi in mano a qualcuno, di scaricarsi della responsabilità di scegliere, e impegnatevi piuttosto per una politica che restituisca ad ogni persona il desiderio di essere libero».