La consolidata abilità comunicativa del presidente sposta l'attenzione sul bilancio di metà legislatura. Il suo post è buono tanto per andare a Roma quanto annunciare una permanenza sine die in Cittadella. Un avviso ai naviganti prima del voto di giugno
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Di scaltro è scaltro. Mediaticamente parlando rischia di non sbagliare un colpo vincendo per distacco il pur improponibile paragone con qualsivoglia avversario conterraneo del momento.
“Solo” Tajani e Giusy Princi (più un nome decorativo dell'ultima ora dopo la ritirata di Pino Galati, già poco “esplosivo” di suo”) in campo per Forza Italia per le Europee? La Lega d'improvviso scopre una corsa interna congressuale così che di scheda in scheda rischia di alzare l'asticella del consenso depresso immortalato dagli ultimi sondaggi? Fratelli d'Italia si prende il lusso di non farsi assalire da nessuna ansia da prestazione, blinda i suoi di nomi e diventa persino più appetibile per nuove transizioni in consiglio regionale?
Non c'è problema per Roberto Occhiuto, il presidente e commissario di Regione. O meglio, il problema c'è ma una soluzione immediata si trova.
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L'occasione la offre il già poco consueto “tagliando” di metà legislatura da affrontare in stile americano in una conferenza stampa convocata per lunedì. Ma è da sprovveduti presentarsi a mani nude, meglio un faccia a faccia preliminare sui social. Di quelli confessionali, con dialettica per nulla improvvisata ed esegesi all'altezza della situazione. Tipo, ci sono argomenti validi tanto per gettare la spugna (spugna che vale per tutti, sia ben chiaro) quanto per il suo contrario, restare ora e sine die al comando in Cittadella con rilancio appresso che vale come avviso ai naviganti. Per alleati e non. «Parliamoci chiaro, qui c'è da rifare tutto», incipit del post del presidente, lo puoi girare e rigirare come senso ma non se ne esce mai con una sola lettura in tasca. La doppia uscita c'è sempre. Basi per rinuncia e cemento per altri otto anni in Cittadella. «Sulla sanità funziona poco o nulla», scrive. Seguono slogan rivitalizzanti per imprese da tirare su, ambiente da non “stuprare” più, caos generalizzato e quarantennale che diventa contest ideale per l'incrocio che Occhiuto volutamente piazza a semaforo lampeggiante sui social: non ci stiamo provando, si può andare avanti ma ci si può anche fermare, e non per forza diventa questa una buona notizia per i “naviganti” di Palazzo.
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Ed ecco il messaggio in “bottiglia” che il presidente e commissario piazza a pochi metri dalla presentazione delle liste europee, dal “tagliando” di legislatura e dall'avvio ufficiale di una campagna elettorale che per varie ragioni rischia di trasformarsi per tutti in linea di confine. Un messaggio chiaro, per quanto doppio. Io posso fare e disfare il mazzo di carte. C'è roba per fare le valigie ma anche per disfarne di altre e per diversi anni ancora.
Da qui il punto interrogativo che come in un gioco tridimensionale di immagini sta dietro a tutto. Come fa Occhiuto a vivere in forma così distesa il suo rapporto con governo e maggioranza regionale? Come riesce a porsi sistematicamente al di fuori e al di sopra di dinamiche e prospettive al punto da lasciare intendere che può gestire tranquillamente il suo destino come quello della Regione e dei suoi interpreti?
Quel che è certo è che il gioco fin qui funziona e gli funziona più o meno alla perfezione. Tutti, e sempre, sulla corda.