«La nuova girandola di nomine ai vertici degli enti sub-regionali, operata dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, riporta di stretta attualità la necessità di approfondire le performance e i risultati che questi enti producono, così come l’urgenza di intervenire a colmare quelle lacune di trasparenza che vengono ripetutamente segnalate anche dagli organi di stampa. Soprattutto in relazione alle procedure pubbliche, alle forniture e agli incarichi che tali strutture a loro volta producono. Appena due giorni fa, nel corso della discussione sul Bilancio consolidato 2023, in Consiglio regionale ho focalizzato il mio intervento proprio sulla gestione delle molte società partecipate che ricadono sotto l’egida della Regione Calabria».    È quanto riferisce in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, intervenendo sulla gestione degli enti strumentali regionali.  

«Nel corso del mio intervento, ho ricordato come su tutti gli organismi, gli enti strumentali e le società collegate o controllate dalla Regione, vigano uno scarso controllo e una scarsissima attenzione relativamente ai risultati raggiunti. Abbiamo assistito, negli anni - prosegue Lo Schiavo -, ad una notevole mole di trasferimenti verso tali società partecipate, cui raramente è corrisposta adeguata informazione e documentazione rispetto ai risultati ottenuti in relazione alle rispettive mission. Essi, in altre parole, non sono mai stati oggetto di una seria riflessione sulle performance e sui benefici prodotti rispetto agli obiettivi statutari e alle finalità di pubblica utilità».

Il consigliere ricorda che «la Regione Calabria ha 12 enti strumentali, un ente strumentale partecipato, cinque società controllate, quattro partecipate, tre fondazioni di liquidazione. E poi, ancora, c’è Fincalabra che, a sua volta, possiede partecipazioni in ulteriori società. A questo punto mi chiedo: come può il Consiglio regionale esercitare il suo legittimo controllo su un quadro così frastagliato e fumoso con le scarsissime informazioni messe a disposizione? Addirittura alcuni di questi enti non pubblicano neppure il contenuto delle loro deliberazioni, limitandosi a rendere noto solo l’oggetto degli atti prodotti. Passando oltre, ad esempio, nessun serio dibattito è mai stato affrontato sulla governance di Sacal e sui suoi risultati di amministrazione. Stessa valutazione può essere fatta anche su Sorical, rispetto alla quale anche le mie preoccupazioni sul pegno di quote, sulla partecipazione di un fondo tedesco e sui derivati, sono cadute nel vuoto. Tali questioni non sono affatto secondarie ma meriterebbero ben altro livello di attenzione, vigilanza e controllo. Non si tratta di meri numeri ma di precise scelte politiche che chiamano in causa la necessaria trasparenza e la doverosa verifica sulla spesa pubblica che la Regione è tenuta a garantire. Come vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza - conclude Lo Schiavo - insisterò molto su questo obiettivo e chiederò al neo presidente Giannetta di avviare da subito un serio approfondimento a tutela dell’interesse di tutti i cittadini calabresi».